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‘Questioni di tatto’: l’ottava edizione del Verzasca Foto Festival

Dal 2 al 5 settembre, oltre venti fotografi nazionali e internazionali esporranno i propri lavori sul tatto. Novità: il centro sarà Brione Verzasca

Un dettaglio della foto in esposizione di Kelly-Ann Bobb ©Verzasca Foto Festival
26 agosto 2021
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Toccare per vedere. Toccare per credere. Il tatto è il senso dell’esistenza: se una cosa la si può toccare significa che esiste. È reale. Tuttavia, nel corso degli ultimi due anni, la pandemia di Covid-19 ci ha costretti a un quotidiano sempre più virtuale e distaccato, a discapito dell’atavico e benefico incontro, anche tattile, come la semplice e ancora oggi difficile stretta di mano, preambolo all’interazione. «L’imposizione delle distanze sociali ci ha costretto a tradurre in digitale le nostre interazioni e la paura della malattia ha trasformato le nostre mani in qualcosa da temere, evitare». L’abbandono progressivo del contatto fra umani è peraltro un processo già in atto da tempo con l’uso di tecnologia e social, ma acutizzato da questa “peste”.

Al tatto, in assenza o in presenza, è dedicata l’ottava edizione del Verzasca Foto Festival, che si svolgerà come consueto il primo fine settimana di settembre, dal 2 al 5; mentre l’esposizione all’aperto sarà visitabile fino al 3 ottobre. I fondatori Alfio Tommasini e Rico Baumann – rispettivamente direttore artistico e direttore operativo – sono coadiuvati da una bella squadra che ogni anno, con impegno e dedizione, rende possibile lo svolgimento di una delle proposte artistico-culturali più interessanti sul territorio. Rispetto alle sette precedenti edizioni, quella del 2021 – “Questioni di tatto” – porta con sé una novità sostanziale: il fulcro della rassegna non sarà più Sonogno (nonostante vi si svolgeranno alcune attività), bensì Brione Verzasca con il suo Castello Marcacci. «Il festival è pensato per la valle e dopo sette anni avevamo il desiderio d’interagire con altri luoghi e territori della Verzasca», spiega Alfio Tommasini. L’edificio storico sarà lo spazio nevralgico del festival: lì, si terranno incontri, letture portfolio, conversazioni sulla fotografia, proiezioni notturne e concerti aperti a tutti, sarà aperto anche il book shop. Per quanto concerne le mostre all’aperto saranno allestite nel bosco di Gere e nelle strade del paese di Brione.

La fotografia come contatto

Fra i cinque sensi, il tatto è quello più diffuso sulla superficie corporea: ogni centimetro quadrato di pelle difatti possiede oltre cento recettori. Ma la sua peculiarità è la reciprocità: «Non possiamo toccare senza essere a nostra volta toccati». Una ventina di fotografi nazionali e internazionali si sono dedicati “all’importanza dello scambio fisico e della connessione tra esseri umani”, spiegano gli organizzatori nella nota stampa. Trasponendo il tema visivamente, ciascun partecipante dà una sua lettura e una sua prospettiva, frutto del proprio contesto socio-culturale e del proprio vissuto. Su un altro piano, la fotografia stampata può essere interpretata come elemento di metafisico contatto (toccarsi vicendevolmente) fra il fotografo e chi osserva, ciascuno con il proprio bagaglio: un punto d’incontro che permette l’interazione e la conoscenza, soprattutto lo scambio.

Oltre alla ventina di espositori provenienti da qui e altrove, vi saranno le esposizione dei quattro artisti in residenza – Farside Collective (India), Oksana Yushko (Russia), Omnia Sabry (Egitto) e Zhen Shi (Cina) – e la mostra del fotografo italiano Nicola Bertasi, vincitore del Verzasca Foto Awards con la serie ‘Pandemic Postcards’, esposta alle Vecchie scuole femminili di Lavertezzo, dal 2 settembre.

Alla spicciolata segnaliamo alcuni momenti del programma dell’ottava edizione (consultabile integralmente sul sito www.verzascafoto.com), aperto a tutti, fotografi, appassionati, curiosi. Un aperitivo sancirà l’apertura del festival, giovedì 2 settembre, seguiranno tavole rotonde e discussioni sulla fotografia fra le pareti del Grotto Efra, a Sonogno. Al Castello Marcacci, venerdì 3 in serata, verranno presentati i lavori degli artisti in residenza, dopodiché spazio alla convivialità con cibo e musica dal vivo con Heloise. Il clou è per sabato sera, 4 settembre, con la Notte della fotografia al Castello, con cena popolare dalle 18, proiezioni all’aperto e concerto di Paolo Tomamichel e Band. Nel pomeriggio di sabato, alle 16.30, visita guidata alle mostre, in paese e nel bosco. Domenica 5, chiusura dell’edizione a Sonogno. Gli organizzatori segnalano che, visto l’attuale contesto sanitario, la programmazione potrebbe subire variazioni, sarà utile quindi tenersi aggiornati seguendo ad esempio i canali social (Facebook e Instagram).

‘Un castello per la gente’

Il Castello Marcacci torna a vivere non solo con il Verzasca Foto Festival, da dicembre 2018 i suoi spazi sono stati riaperti agli abitanti e sono tornati a essere il ritrovo pubblico – svariate le attività proposte – di decenni fa, quando era una locanda con negozietto annesso gestiti dalle sorelle Togni, di cui la popolazione ha ancora vivido il ricordo. Attività cessate agli inizi degli anni Novanta.

Dal 2017, la villa è diventata di proprietà dell’ente pubblico, ma la storia dell’edificio storico ha alle spalle quattrocento anni di vissuto. Costruito a cavallo fra Seicento e Settecento sul progetto dell’architetto Giovanni Gada, la residenza signorile della famiglia Marcacci sorge poco distante dalla chiesa parrocchiale. Ha linee austere ed eleganti: le quattro mura di cinta sono chiuse agli spigoli da altrettante torri e al pianoterra il soffitto a volta è affrescato. Ma è la vita che è trascorsa fra le sue pareti ad averlo reso un luogo simbolo della vita di paese, tanto che gli abitanti, attraverso l’assemblea comunale, avevano espresso il desiderio che l’edificio tornasse a essere di tutti, seguendo peraltro le volontà testamentarie delle sorelle Togni. E così è stato. Oggi, la Commissione Castello Marcacci si preoccupa di proporre attività per animare la villa signorile. E la programmazione mensile è assai diversificata, si va dagli incontri con ospiti di rilievo, al CineCastello, al teatro, ai giochi di società e allo “sferruzzamento”. Prossimamente, per di più, la dimora signorile farà da “scenografia” per un’escape room.

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