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‘Mia figlia trattenuta illegalmente dalla madre in Romania’

Il padre nel Locarnese ha la custodia della 14enne, ma dopo le vacanze la ragazza non è rientrata. Da allora, il silenzio. Scatta la denuncia

Da dieci giorni il padre non ha più notizie della figlia (Ti-Press)
24 agosto 2021
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Sabato 14 agosto, in una giornata da “bollino rosso” per il traffico sull'asse del San Gottardo, un 42enne si è messo in automobile per dirigersi all'aeroporto di Zurigo-Kloten. Obiettivo della trasferta: andare a prendere la figlia 14enne che tornava da un mese di vacanza dalla mamma in Romania. Inizia così la disavventura di B.C. (nome noto alla redazione), 42anni, da 10 nel Locarnese, dove vive e lavora. A lui, per una sentenza emessa nel 2018 da un pretore in Romania, è stata assegnata la custodia esclusiva della ragazza. Mentre l'autorità parentale è congiunta.

Ora però la giovane viene trattenuta dalla madre: «Quello che sta facendo la mia ex compagna è illegale. Si tratta di un rapimento internazionale di minore e io voglio andare in fondo alla questione per riavere mia figlia qui con me, com'è giusto che sia – racconta il protagonista della vicenda –. Mi sono già rivolto alle autorità competenti: all'Ufficio federale di giustizia a Berna per far rispettare la decisione del pretore del 2018 e alla Polizia cantonale per denunciare il rapimento, che è un reato bello e buono. Non è facile e in questi giorni mi sto scontrando con tanti ostacoli burocratici. A Berna ho già mandato tutta la documentazione, in rumeno e in italiano. Un po' diverso il discorso con la Polizia ticinese: dopo la mia denuncia, l'incarto a quanto pare è approdato sulla scrivania della Polizia giudiziaria e ora sono in attesa di aggiornamenti da questi uffici».

Alla ripresa delle scuole un banco vuoto

Il prossimo 30 agosto le scuole riprenderanno, ma la 14enne non potrà presentarsi in aula, alle medie che frequenta, e non potrà rivedere le compagne e i compagni di classe. «È arrivata in Ticino che aveva 11 anni e non sono mancate le difficoltà – ricorda il padre –. Erano assenti le basi scolastiche e non solo: dire che fino a quel momento è cresciuta in un contesto non adatto a lei è un eufemismo. Qui in Ticino, con gli anni la situazione è migliorata e ora la sua formazione sta procedendo su una buona strada. Anche a casa le cose vanno bene: 6 anni fa mi sono sposato con una donna ticinese, a sua volta madre di una ragazza oggi maggiorenne. Il nostro è un ambiente domestico sereno. Pure la Pretura ticinese, che a suo tempo aveva fatto le verifiche su richiesta della Pretura rumena, ha dato il consenso per una custodia esclusiva da parte mia».

Lo smarrimento per quanto sta accadendo deriva anche dal fatto che l'uomo, dal 14 agosto, non ha più avuto notizie della figlia e non ha più potuto sentirla. «Sua madre, quel giorno, mi ha scritto un messaggino dicendo di non andare a prendere la ragazza all'aeroporto, perché non sarebbe tornata. Io non ci ho creduto e a Zurigo mi sono presentato lo stesso. Sono rimasto lì, nella hall degli arrivi, incredulo. Poi mi sono rivolto alla Polizia aeroportuale che, per sporgere denuncia, mi ha rinviato alla Polizia cantonale ticinese. Da alcuni giorni faccio avanti e indietro dai diversi uffici e mi sono rivolto anche alla Polizia giudiziaria, che ora ha in mano il caso di quello che per me è un vero e proprio sequestro».

Va ricordato che la madre aveva tenuto la figlia per i primi 10 anni in Romania, negando al padre qualsiasi diritto di visita, fino alla sentenza del 2018. Come mai, con tali precedenti, ha mandato la ragazza in vacanza dalla mamma? «È una questione di correttezza: la decisione del giudice rumeno ha concesso alla figlia un mese di vacanza all'anno con la mamma e, ad anni alterni, Natale o Pasqua. L'anno scorso, a causa del Covid, le vacanze in Romania sono saltate. Quest'anno, però, ho ancora rispettato gli accordi e a metà luglio la ragazza è partita».

Nessuna spiegazione e nessun contatto

Sul mancato rientro la madre della ragazza non ha dato nessuna spiegazione e ora, sempre con messaggini sul telefono, chiede i documenti per poter iscrivere la 14enne a una scuola in Romania: «Non riesco a capire – afferma l'intervistato –. Legalmente non lo può fare. Umanamente questa situazione sta creando anche tanta sofferenza: non so come mai non mi viene data la possibilità di parlare con mia figlia e quindi quale sia la sua volontà. Non ci dormo: ho paura per lei e per il suo futuro. Quello che chiedo, a questo punto, è che possa tornare a casa, qui in Ticino, e che venga fatta chiarezza sull'intera vicenda. Non vediamo l'ora di riaverla qui con noi e di riabbracciarla». 

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