Locarnese

Solduno, nasce Lartelier, per tessere fili e opportunità

Sta prendendo forma un progetto aperto a chiunque desideri cimentarsi con l’antica arte della tessitura. E si vuole un ponte per i giovani formati

Mariana Minke all'opera
12 giugno 2021
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«La trama che passa in orizzontale da una parte all’altra, l’impressione di essere sempre allo stesso punto mentre invece il tessuto prende forma. Il ritmo, il senso del tempo, la creazione. Si tratta di un processo estremamente affascinante, quasi magico». È una vera e propria passione per la tessitura quella che trapela dalle parole di Mariana Minke, da 17 anni docente in design tessile al Centro scolastico per le industrie artistiche (Csia) di Lugano. Passione che sta intrecciando i fili di un’originale proposta denominata Lartelier, un laboratorio di tessitura completamente attrezzato a disposizione di chi possiede le competenze e vuole sviluppare progetti in modo autonomo, ma anche di chi in quest’arte è principiante e desidera imparare.

Uno spazio condiviso

«Avevo in casa una camera adibita ad atelier con tutta l'infrastruttura necessaria per tessere, però ultimamente la utilizzavo poco per mancanza di tempo – spiega Mariana –. Un giorno un mio giovane collega, Elia Gobbi, che come me abita nel Locarnese, mi ha chiesto se ero interessata a subaffittare una stanza in uno spazio condiviso a Solduno – si chiama Studio Allorto – che ospita atelier d’arte, arteterapia, danza e un orto comune. Ho subito accettato cogliendo l’opportunità per spostare le mie attrezzature in questo luogo accessibile ad altri». L’intento iniziale era di mettere a disposizione i telai per i suoi studenti, poi gli orizzonti si sono ulteriormente ampliati: «Insegnando pure nei corsi per adulti ho sempre notato un grande interesse per la tessitura da parte di molte persone. Partendo da questa constatazione mi sono detta che sarebbe stato bello dare la possibilità a chiunque lo desideri di fare un’esperienza pratica nell’ambito». 

Senza scopo di lucro

Il funzionamento prevede l’affitto settimanale di uno dei telai per la cifra di 50 franchi, mentre i filati impiegati verranno pagati a peso. Non si tratta però di un progetto a scopo di lucro. I soldi raccolti serviranno a coprire il costo della stanza e delle spese affrontate. Mariana ha anche deciso di mettersi a disposizione per l’accompagnamento di principianti, ma soprattutto di cercare dei suoi ex allievi che vogliano farlo. «L’idea è che ci si trova con chi è interessato, si parla del progetto, si concorda una retribuzione per l’accompagnatore e poi la persona viene seguita nelle varie fasi del processo di produzione del prodotto». Dal set per il tavolo a una sciarpa, dalle fodere per cuscini a una borsa, il limite per le creazioni è dato solo dalla fantasia. 

Possibilità per i giovani

Il sistema ideato permette ai giovani diplomati di entrare in contatto con dei clienti e fare pratica. «È un modo per favorire la possibilità di mettersi in gioco e fare esperienza. Poter dar forma a dei progetti e accompagnare qualcuno nel processo di creazione aiuta a migliorare le competenze professionali ma anche trasversali ed è utile per la crescita personale. Inoltre in questo luogo gli ex studenti possono far rete e darsi una mano a vicenda. In generale mi piacerebbe che l’Artelier diventasse un punto di scambio in cui le persone entrano in contatto tra loro». Nelle intenzioni c’è anche quella che al suo interno possono trovare spazio progetti legati alle scuole dell’obbligo e professionali, ai corsi di sostegno, alle scuole speciali, come pure collaborazioni con enti, associazioni e persone che operano nell’ambito della tintura, filatura e maglieria.

La riscoperta dell’artigianato

Il laboratorio è anche un modo per promuovere e far conoscere quest’arte antica che in molti stanno riscoprendo. «Mi piace l’idea di portare la tessitura alle persone, di farla conoscere come attività. Nell’era del primato della digitalizzazione e di tutti questi mestieri tecnologici, si sta risvegliando un grande apprezzamento per l’artigianato e anche la voglia di un ritorno a certi gesti. Nell’atto della tessitura si collegano le mani alla testa, ci si connette con sé stessi. È un’attività che può dare un appagamento profondo, non a caso viene utilizzata pure nell’ambito terapeutico. Se si viene accompagnati è di facile esecuzione, e poi si ha un risultato concreto, un prodotto finito che può essere meraviglioso e dare grande soddisfazione».

Avviato un crowdfunding

Per questo progetto – la cui inaugurazione è prevista a inizio 2022 – Mariana mette a disposizione l’attrezzatura, i libri e i materiali già in suo possesso. Nel frattempo ha avviato una raccolta fondi sulla piattaforma progettiamo.ch con l’obiettivo di raggiungere la cifra di 4mila franchi entro fine anno. «Questi soldi serviranno per l’acquisto di un secondo telaio che sia semplice da utilizzare, l’illuminazione, lo stock di materiale di base, libri su argomenti tessili per la biblioteca e diversi accessori per favorire il lavoro in atelier. Quest’anno compirò 40 anni e per il mio compleanno e per Natale ho deciso di chiedere a parenti e amici di non regalarmi niente ma casomai di partecipare al crowdfunding».

Riscontri positivi

L’ammontare delle promesse, dopo circa tre settimane, è di quasi 500 franchi. «Ci sono persone che non conoscevo che hanno già aderito e ciò mi ha molto rincuorata. Comunque sono partita dal presupposto che sarebbe fantastico arrivare alla cifra prestabilita perché gli strumenti e gli accessori previsti migliorerebbero la qualità dell’offerta, ma anche in caso contrario il progetto andrebbe avanti visto che ha già trovato diversi riscontri positivi. Proprio oggi una mia allieva in formazione mi ha detto che dopo lo stage obbligatorio vorrebbe venire nell’atelier per creare un proprio progetto. Questo non fa che motivarmi ancora di più».

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