Locarnese

In tempo di distanze, un ‘Museo degli abbracci’

L'iniziativa è del Teatro Paravento di Locarno. Che fa appello ai visitatori perché portino 'testimonianze significative di quel passato neanche tanto lontano'

Una semi-professionista
(Ti-Press)
13 aprile 2021
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Una la fanno e cento ne pensano, alla Compagnia Teatro Paravento di Locarno. L'ultima in ordine di tempo, che spicca per originalità e intelligenza, è proprio quello che mancava in questo tempo disperato di distanze (a)sociali, sguardi in tralice, paure assortite e introspezioni un po' troppo spinte. Si tratta del “Teatro-Museo degli abbracci”: certamente il primo in Ticino... e forse addirittura del mondo!

In concreto, con l 'aiuto da casa, come si dice in Tv, verrà allestita un'esposizione con fotografie, ritagli di vecchie riviste o giornali “che siano testimonianze significative di quel passato neanche tanto lontano in cui potevamo abbracciarci, cantare e danzare in gruppo, oppure attendere in fila il nostro biglietto di entrata allo spettacolo”. Insomma, immagini di un’infinità di gesti, azioni e momenti sociali che rischiamo di dimenticare.

Ricordando Macondo

Ma perché un museo che accolga queste immagini quando in realtà, se vogliamo, possiamo vederle in internet, si chiedono al Paravento? I motivi non si contano, ma in via Cappuccini ne hanno isolati alcuni topici: “Perché la rivalorizzazione del luogo fisico, teatro o museo che sia, è essenziale nel far rivivere la creazione dopo un’eclisse culturale; perché la fisicità del gesto, quando selezioneremo le foto, ci aiuterà, vi aiuterà a esercitare la memoria come gli abitanti di Macondo” (il riferimento è alla città evocata da Marquez in “Cent'anni di solitudine”, laddove gli abitanti lottavano contro l'oblio e l'evasione della memoria). Un terzo motivo è che “osservando dal vivo le immagini potremo commentarle in compagnia di qualcuno, ciò che è impossibile fare da soli in casa di fronte allo schermo di un computer”.

Le diverse immagini passeranno al vaglio di uno speciale e pomposamente definito “comitato tecnico artistico”, i cui membri, per altro, “non sono affatto specialisti, ma dotati ancora di memoria emotiva”. L'unica condizione è che le immagini fornite rispettino la privacy e siano esenti da diritti d’autore.

‘Puntiamo sull'attività dal vivo’

Come verrà allestito il museo? Insieme al pubblico, invitato a giungere a Teatro “uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta per carità”, per portare personalmente, e debitamente mascherati, i contributi. In concreto, raggiunto dalla “Regione”, il direttore artistico del Paravento, Miguel Cienfuegos, spiega che «l'idea, fin da subito, è invitare le persone a portare le proprie immagini, e in seguito a visitare l'allestimento, tutte le mattine fra le 9 e le 11. Chi non potesse farci visita entro quegli orari può tranquillamente fissare un appuntamento allo 079 444 13 74. A dipendenza della portata che prenderà il tutto vorremmo includere le immagini più belle nel sito del Paravento (www.teatro-paravento.ch). Altri interventi online non li vogliamo proprio perché appunto puntiamo sull'attività dal vivo, anche se una goccia dopo l'altra (cioè un visitatore dopo l'altro). Indipendentemente dei risultati di questa iniziativa, posizioneremo un apparecchio Tv in teatro, zona biglietteria, per la “possibile prossima riapertura”, con immagini di gente che danza (o danzava) in strada, ad esempio con delle danze popolari».

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