Locarnese

Locarno, siluri abbattono il Piano finanziario '20-24

Gestione severissima con il Municipio: “Si manca completamente di visione e progettualità e non si intravede alcuna linea chiara e definita”

Municipio pesantemente ripreso per il Piano finanziario 2020-24
(Ti-Press)
22 marzo 2021
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“Il Piano finanziario 2020-24 per la Città di Locarno manca completamente di visione e progettualità"; “non si intravede alcuna linea progettuale chiara e definita. Il Pf non affronta minimamente temi quali la valorizzazione del territorio e le possibili ricadute negative sulla gestione di progetti legati alla tutela dell'ambiente, non contiene alcun concetto dello sviluppo demografico della città (che non deve diventare ‘dormitorio’ per i lavoratori degli altri poli cantonali) e tralascia il discorso aggregativo”. Firmato: Barbara Angelini Piva, Simone Beltrame, Orlando Bianchetti, Valentina Ceschi, Mauro Cavalli, Pier Mellini, Nicola Pini, Luca Renzetti, Fabrizio Sirica e (con riserva), Mani Vetterli e Bruno Bäriswyl.

Se ci fosse la necessità di un giudizio secco, quello della commissione della Gestione di Locarno sul Piano finanziario presentato dal Municipio sarebbe, senza dubbio “insufficiente”. Un giudizio che dalle considerazioni generali si estende anche a diversi singoli temi. Primi fra tutti le visioni inerenti al Palexpo Fevi e la gestione del personale dell'Amministrazione comunale.

Per la Gestione, le proposte municipali per la sistemazione architettonica del Fevi “in eventuale collaborazione con i privati” – per un investimento stimato fino a 31 milioni di franchi e da effettuare a tappe fra il 2022 e il 2025 – suscitano “grande stupore”. Vuoi per l'idea in sè, vuoi per il “livello di approfondimento effettuato e le tempistiche”. Stupore che per i commissari si giustifica vista la proposta “senza un minimo di visione, di programmazione e in special modo di condivisione”.

Riguardo al finanziamento, com'è noto, il Municipio pensa di vendere il mappale 76 (quello ex Torre, adiacente alla Rotonda di Piazza Castello) per un importo di 13,9 milioni di franchi. Strategia che la Gestione considera “fuori luogo” poiché “il mappale 76 è un terreno strategico” ed è pertanto “sconsigliata la sua (s)vendita”. Poi i commissari parlano di “improvvisazione” riferendosi a “tutta la storia legata al Fevi”. Una storia partita nel novembre del 2014 con il messaggio sull'approvazione del contratto per la cessione del palazzetto alla Città e lo stanziamento di un credito di 2,6 milioni, oltre a 3,39 milioni per i lavori di sistemazione della struttura”. Dalla Gestione erano allora usciti due rapporti, che nel febbraio '15 avevano portato all'approvazione dell'acquisto per 2,6 milioni e alla concessione di un credito di 3 milioni 985 mila franchi per lavori di sistemazione, messa a norma e risparmio energetico. “Per questa seconda parte era stato preventivamente chiesto, tramite l'Ente regionale di sviluppo, un sussidio del 50% dai fondi della Nuova politica regionale. Richiesta approvata dal Consiglio di Stato a condizione che venisse presentato in tempi brevissimi un progetto definitivo di sistemazione del Palazzetto”. Da lì, “sul Fevi è praticamente caduto l'oblio. Del credito di sistemazione sono stati spesi, fino al 31 dicembre 2019, 235mila 605 franchi per piccoli aggiornamenti; il Cantone non ha mai ricevuto un progetto di sistemazione ed i 2 milioni di franchi promessi sono ritornati a Berna, inutilizzati dal Ticino a favore di opere in altri Cantoni”. Oggi, lamenta la Gestione, “dopo anni, con il Pf 2020-24 si resuscita il progetto con la sopracitata proposta di ristrutturazione, stimando costi fino a ben 31 milioni di franchi. E questo senza un minimo di pianificazione sull'uso futuro di questa struttura”.

Per la gestione, i commissari auspicano “una visione e una programmazione a 360° di come si vorranno gestire tutte le strutture pubbliche a disposizione della Città per eventi a favore di indigeni e turisti”. Meglio di un Ente autonomo Locarno Eventi sarebbe “una società partecipata dai Comuni, da enti vari e tutte le strutture e le aziende in qualche modo legate al turismo, cui mettere a disposizione (dietro giusto compenso) le strutture necessarie per far diventare grande Locarno e la sua regione”.

Gestione del personale da rivedere

Poi, come accennato, la Gestione ne ha anche per la “questione del personale”, in un contesto che vede la Città quale più importante datore di lavoro della regione, con 406,1 unità lavorative. Innanzitutto viene criticato il balletto delle cifre secondo cui il costo per il 2021 a Piano finanziario è di 42 milioni 366mila franchi, “ossia 1,3 milioni in meno rispetto a quanto pubblicato poco meno di due mesi dopo” nel messaggio che accompagna il preventivo. Se ne desume che “la previsione dei costi per gli anni seguenti non sembra essere credibile”. Non vi sarebbero serie riflessioni sull'andamento “e le uniche misure sono una prospettata non concessione degli scatti di anzianità, con un impatto di 100mila franchi, e una non sostituzione del personale in partenza per i prossimi anni, che farebbe risparmiare 300mila franchi”. Misure considerate sbagliate a priori, mentre “occorre con urgenza chinarsi su tutti quei processi lavorativi che potrebbero trarre giovamento da un utilizzo più mirato delle più moderne tecnologie”. Sempre in tema di personale, “un esempio di malagestione che ha un impatto economico importantissimo, e che non è stato minimamente affrontato nel Pf, è quello delle ore supplementari maturate dai dipendenti”: quasi 42mila, “10mila 290 delle quali maturate negli anni 2018-19”, ovverosia “il lavoro di 24 persone per un intero anno, corrispondente ad una spesa, un debito occulto, di oltre 1,5 milioni di franchi”. Ciò dimostrerebbe, per la Gestione, che l'attuale forza lavoro è insufficiente e sotto pressione; e che “il problema è strutturale e non si può risolvere con un piano di rientro in tempo libero, perchè se la mole di lavoro impone di fare ore straordinarie, stando a casa per recupero ore i lavoratori si caricano di lavoro che dovranno recuperare con altri straordinari: è il cane che si morde la coda”. Ecco perchè è considerata “fondamentale” una revisione del Regolamento organico dei dipendenti.

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