Locarnese

Ascona, 'che fine hanno fatto i nuovi parchi giochi?'

Il consigliere comunale Valerio Sala chiede lumi al Municipio sui ritardi nell'esecuzione dei lavori di sistemazione di alcune aree di svago per i bambini

8 marzo 2021
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Che fine hanno fatto gli attesi nuovi accessori dei parchi gioco di Ascona, per i quali il Consiglio comunale ha stanziato, nel dicembre del 2019, poco meno di 400mila franchi? La domanda, al Municipio di Ascona, la pone Valerio Sala, consigliere comunale dissidente del Plr che, alle prossime elezioni di aprile, correrà col Gruppo Rosso Verde e Forum Alternativo, in un'interpellanza. “A più di un anno dall'approvazione del credito in questione, nulla si è visto dei lavori di ripristino pianificati, invece sono stati smantellati diversi giochi in vari parchi. Ad esempio in quello di Via del Sole sono sparite le altalene e il cassonetto della sabbia, nel parco giochi nei pressi del golf sono sparite delle altalene” - osserva Sala, il quale ribadisce la necessità di questi spazi ludici per i bambini soprattutto in questi periodi di coronavirus − “Nell’attuale situazione i parchi giochi più completi e allo stesso tempo più interessanti sono quello degli Angioli e quello del Parsival, ragion per cui in questi ultimi vi è una grande affluenza, cosa che porta a pericolosi assembramenti. Meglio sarebbe avere tutti i parchi giochi ripristinati a dovere, come promesso, di modo che i fruitori si possano distribuire nei vari parchi evitando il rischio di assembramenti potenzialmente problematici. Dobbiamo trattare bene i nostri bambini!”

Quel deposito di materiale crea malcontento tra gli abitanti

In una seconda interpellanza lo stesso consigliere comunale asconese affronta la questione del deposito d'inerti di Via Pancaldi Mola e Via Muraccio. Facendosi portavoce del malcontento regnante tra gli abitanti dell'area, Sala ricorda come tale deposito avrebbe dovuto essere in funzione per un periodo di tempo limitato; vale a dire la durata dei lavori di costruzione della Residenza San Clemente, ovvero fino alla fine di novembre 2019. “Durante la costruzione della residenza San Clemente, l’area in questione fungeva da deposito del materiale di scavo – osserva l'interpellante – Adesso il medesimo posto è diventato un deposito di cantiere munito di container per il personale, una mensa con relativa copertura come pure un parcheggio per i macchinari edili e le auto degli operai. Ora tale struttura è ancora in funzione e per tutto questo tempo è stata fonte di disturbo fonico e d'inquinamento sotto forma di polvere, per gli abitanti della zona. Faccio notare che prima dei vari interventi questo prato veniva falciato per raccoglierne il fieno. Ora, dopo un periodo così lungo d'inquinamento d'idrocarburi dovuto allo stazionamento dei macchinari da cantiere, non sarà più possibile utilizzare questo terreno a destinazione “superficie prativa” a tale scopo, senza il suo risanamento”.

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