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‘Insicura’. ‘No, conforme’. La ciclopista è un saliscendi

Per la nuova corsia cantonale Mappo-Verbanella a Minusio il Municipio auspica da mesi ulteriori interventi del Cantone. Che però non ci sente

2 marzo 2021
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“Ricorrere contro la proposta cantonale che non prevede il posizionamento di protezioni fra l'area stradale e la pista ciclabile”. Questo poiché “il Municipio sottolinea in particolare questa mancanza di un'adeguata protezione fra la strada e la nuova pista, circostanza già più volte segnalata e che rappresenta un'evidente situazione di pericolo. Una soluzione potrebbe essere quella di adottare una protezione del tipo realizzato sul ponte sul Ticino a Magadino o a Ponte Brolla”. È l'estratto dalle risoluzioni del Municipio di Minusio del 29 gennaio scorso, quando all'ordine del giorno, non per la prima volta, c'era la sicurezza, considerata inadeguata, della nuova ciclopista realizzata dal Cantone fra il Centro sportivo di Mappo e la Verbanella: un collegamento da e per via Simen per indurre i ciclisti veloci ad abbandonare l'abitudine di circolare lungo via alla Riva, dove da anni la convivenza con i pedoni è oltremodo problematica.

Per ricordare brevemente gli antefatti, nell'estate del 2015, anche per rispondere ad una petizione popolare, il Municipio aveva indotto a titolo di prova una deviazione dei ciclisti su un percorso ciclabile alternativo che i sabati e nei giorni festivi (dalle 12 alle 18) liberava completamente dalle due ruote la tratta dal Portigon di Minusio al Burbaglio di Muralto. A questa sperimentazione avevano fatto seguito misure puntuali di segnaletica a messaggio variabile, condivise anche dal Cantone, che sono poi sfociate nell'investimento sulla bretella Verbanella-A13.

L'elenco degli incidenti

Da quando esiste, la nuova ciclopista è sempre più utilizzata dagli utenti e molto apprezzata dallo stesso Municipio. Ma rimane, appunto, il “tarlo” della sicurezza. Carte alla mano, lo dimostra varia documentazione. A partire da una nota della Polizia comunale indirizzata nel luglio 2020 all'Ufficio della segnaletica stradale e degli impianti pubblicitari. Il Comando del Corpo premetteva “la completa soddisfazione per l'apertura della ciclopista, sperando che serva a ridurre il traffico sul lungolago, a limitare gli incidenti e a mettere fine ai continui e spiacevoli conflitti tra pedoni e ciclisti”. Tuttavia, la tratta “ci preoccupa dal punto di vista della sicurezza degli utenti”. Veniva in proposito ricordato un primo incidente con un motociclista “che, spostandosi a destra dopo il cartello ‘Direzione Valle Verzasca’, andava a collidere con il bordo della ciclopista, cadendo rovinosamente a terra”, procurandosi la frattura della clavicola. Lo stesso centauro aveva segnalato alla polizia di aver notato altri motociclisti e diverse vetture “urtare più volte il cordolo della ciclabile”. Problematica, questa, confermata da un assistente di polizia, che aveva osservato un mezzo pesante sbandare dopo aver urtato il bordo rialzato. Nella lettera al Cantone si faceva riferimento anche ad un secondo incidente (vittima un ciclista). La Polcomunale si diceva preoccupata “per l'eventuale collisione fra ciclisti, che potrebbero cader sul campo stradale con possibili tragiche conseguenze”, auspicava delle modifiche alla segnaletica per i veicoli che si immettono sulla bretella e consigliava una demarcazione in rosso parallela alla pista, la posa di paletti flessibili ogni 10-15 metri e di “occhi di gatto” (accorgimenti poi entrambi attuati) e una diversa conformazione dell'inizio della ciclopista al congiungimento fra via Simen e via San Gottardo.

L'Area operativa: ‘Soddisfa i requisiti’

Sui temi era poi tornato il Municipio a settembre, scrivendo allo stesso Ufficio cantonale e consigliando la posa di un guardrail. Ma a fine mese l'Area operativa del Sopraceneri ribadiva che la carreggiata “soddisfa i requisiti” ed escludeva la posa di guardrail, che determinerebbe un corridoio viario non accessibile ai mezzi di pronto intervento in caso di evento o sgombero neve. Un risposta giudicata “insoddisfacente” dal Municipio, così come poi ribadito nella seduta di fine gennaio 2021.

Le prospettive di un intervento cantonale appaiono al momento piuttosto povere. Da noi contattata, la direzione del Dipartimento del territorio comunica infatti che “non abbiamo comunicazioni in sospeso con il Comune” poiché “il progetto è conforme”. Quella in atto a Minusio, portata avanti dal Municipio, sembra pertanto una sorta di lotta contro i mulini a vento.

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