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Aree discoste, il trasporto pubblico non è capillare

In alcune zone periferiche le corse degli autobus non hanno subito modifiche dall'entrata in vigore del nuovo orario. E c'è chi chiede più collegamenti

((Archivio Ti-Press))
11 febbraio 2021
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Migliorare l'offerta del trasporto pubblico anche nelle zone più discoste delle valli del Locarnese. Una richiesta in tal senso arriva dal Comune di Lavizzara, in alta Vallemaggia, dove il Municipio negli scorsi giorni si è rivolto, tramite lettera, all'Ascovam (l'Associazione dei Comuni valmaggesi) per chiedere a quest'ultima di approfondire e portare a conoscenza della Cit (la Commissione intercomunale dei trasporti) la richiesta di più corse di bus da Bignasco in su, verso Fusio e Peccia. Come ci ha spiegato il sindaco Gabriele Dazio, la Fart ha sensibilmente incrementato l'offerta di corse da Locarno a Bignasco (stazione capolinea), migliorando la cadenza e offrendo all'utenza un servizio sicuramente apprezzato e comodo.
Tuttavia da lì in poi, le linee di Autopostale che assicurano i collegamenti verso Fusio, Peccia e tutte le destinazioni dell'alta valle non hanno subito modifiche relative al numero di rotazioni quotidiane. Motivo per cui per l'utenza di questi villaggi, il miglioramento è stato relativo. Vedi quasi nullo. In altre realtà analoghe (come la Valle Verzasca, ad esempio), invece, vi è stato un sensibile potenziamento dei collegamenti e la popolazione ne ha potuto beneficiare.
Discorso che interessa da vicino soprattutto i giovani che vanno a scuola o al lavoro fuori dal distretto valmaggese. In pratica per costoro i tempi di percorrenza sono rimasti invariati, dal momento che non possono rientrare prima la sera poiché non vi sono bus extra dal capolinea Bignasco al luogo di domicilio. Il problema potrebbe acuirsi con la bella stagione, con i numerosi turisti che sicuramente prenderanno d'assalto le valli della regione. Insomma secondo il Municipio di Lavizzara sarebbe opportuno ricalibrare la pianificazione delle corse, evitano così disparità nell'offerta rispetto ad altre zone, come pure la scelta dei mezzi, spesso troppo grandi e ingombranti se si considera il numero di passeggeri a bordo e -la larghezza delle strette e tortuose strade di montagna.

Il caso di Bosco, stazione turistica

Strano ma vero, poco lontano, sull'altro versante della montagna, a Bosco Gurin già negli scorsi anni Autopostale aveva aggiunto delle corse giornaliere in maniera del tutto spontanea e senza che dal Municipio fosse partita alcuna richiesta, ci ha riferito il sindaco Alberto Tomamichel. Motivo per cui, al momento, la situazione lassù sembra accontentare l'utenza della Rovana. Determinante, però, nel villaggio walser, è anche la presenza di una apprezzata stazione sciistica che richiama molti giovani appassionati della neve. Utenti che per raggiungere la località nei fine settimana fanno sovente capo ai veicoli di Autopostale. In determinate fasce orarie della giornata, i bus da Cevio verso la destinazione walser sono dunque potenziati.

Valle Onsernone, un'aggiunta e un taglio 

La situazione in Valle Onsernone, con il cambiamento d'orario introdotto lo scorso mese di dicembre, soddisfa assai le autorità vallerane. Come ci ha illustrato il sindaco Cristiano Terribilini, l'Esecutivo aveva richiesto una coppia di corse in più la sera, per consentire ai giovani studenti e apprendisti che da Locarno, dopo le 18, vogliono rientrare a casa di disporre di un mezzo pubblico. Richiesta che è stata esaudita ma che, però, viaggia di pari passo con la cancellazione, da parte di Autopostale, di alcune corse da e per Gresso, in alta Onsernone. «Non ci è sembrato corretto – osserva Terribilini – dal momento che durante la fase di consultazione questo taglio non era stato ventilato in modo chiaro. Per questo motivo abbiamo scritto una lettera per ottenere il ripristino di queste corse eliminate. Riconosciamo gli sforzi intrapresi per migliorare su tutti il territorio ticinese la qualità del servizio pubblico e questa nostra richiesta ci sembra coerente e sostenibile, se vogliamo salvaguardare l'interesse della nostra gente e il futuro delle aree discoste e più disagiate».
Per fare in modo che il trasporto pubblico diventi una vera alternativa all'auto (dopo l'apertura di Alptransit e della galleria di base del Ceneri) è dunque indispensabile un servizio capillare che non trascuri le aree più discoste e scarsamente abitate dai centri. Non si tratta di un capriccio ma del servizio minimo che può consentire alle piccole comunità di non morire, di non diventare luoghi per turisti privi di anima, perdendo un patrimonio culturale,  ambientale  e storico che non sarà poi più possibile recuperare.

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