Locarnese

Comparto stazione a Muralto, le firme sono 567

Consegnato il malloppo della romanda di referendum contro la pianificazione adottata dal Consiglio comunale

I promotori della raccolta di firme davanti alla Casa comunale di Muralto
24 novembre 2020
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Sono 567 le firme depositate oggi pomeriggio alla Cancelleria comunale per la domanda di referendum contro la variante di Piano regolatore del comparto stazione Ffs a Muralto. Il malloppo è stato consegnato da Monique Fransioli, Gian Luigi Varini, Bibiano Monotti, Dao Nguyen-Quang e Julien Daulte.

Un alto numero di sottoscrizioni (ne serviva meno della metà) che il comitato referendario e Muralto Democratica considera “un segnale forte che i cittadini indirizzano all’esecutivo: infatti rappresentano circa il 60% di coloro che votano abitualmente nel Comune”. Il risultato, proseguono, “è un successo e un avvertimento chiaro che la popolazione condivide questa posizione. Come comitato referendario auspichiamo ora che vi sia maggiore possibilità di dialogo e una condivisione più democratica dei punti critici del progetto. Un'apertura collaborativa necessaria per la pianificazione di un comparto così importante per i cittadini”.

I promotori della domanda di referendum dicono di “non opporsi” allo sviluppo di Muralto; “anzi, il nostro Comune sarà un nodo intermodale nel progetto del PALoc, fulcro di intersezione di molti vettori di mobilità, quindi un’occasione di progresso da non sottovalutare in quanto sarà una realizzazione che consegneremo alle prossime generazioni”. Questo poiché “la mobilità, e non solo, cambierà radicalmente, creando nuovi collegamenti con tutti i comuni limitrofi e ben oltre”.

Infine, “come evidenziato dai rapporti commissionali di minoranza e dal parere contrario dei cittadini firmatari del referendum, vi sono ora punti cruciali che devono essere risolti prima di continuare. Ci sta a cuore una pianificazione proporzionata, armoniosa e rispettosa del comparto stazione. Si desidera evitare spese milionarie a carico del contribuente in oggetti che non fanno l’unanimità”. L'auspicio è che il referendum “possa finalmente far capire all’autorità comunale che non è mai un colore o una lista unica che decide o tenta di convincere sulla bontà di un progetto mettendo a tacere tante voci perplesse e o preoccupate”.

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