Locarnese

Museo Epper Ascona, tante domande... Nessuna risposta

Contro il trasloco delle opere dei due artisti, a breve partirà una segnalazione alla Commissione amministrativa della Vigilanza sulle fondazioni

La proprietà in via Albarelle
15 agosto 2020
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Vendita del museo Epper all'albergo Eden Roc di Ascona, la contestazione non si placa. Nei giorni scorsi il Consiglio federale ha risposto all'istanza di Michele Cerciello, ex municipale del Borgo, e di Mario Matasci, gallerista locarnese: i due, già promotori della raccolta di firme contro il trasloco delle opere di Ignaz e Misha Epper in una nuova sede, si erano rivolti al governo nazionale chiedendo una verifica sull'operato della Vigilanza sulle Fondazioni e Lpp della Svizzera orientale. Vigilanza che a dicembre aveva approvato il cambiamento di statuto della Fondazione, dando così la possibilità di spostare la collezione dei due artisti, e aprendo la via alla vendita della proprietà all'albergo 5 stelle per oltre 3,5 milioni di franchi. Tutto ciò, nonostante il testamento di Mischa Epper avesse vincolato l'esposizione e l'attività artistica all'edificio in via Albarelle, senza quindi concedere alla Fondazione Epper - voluta nello stesso testamento - possibilità di vendere o di spostare quadri e sculture.
Il Consiglio federale nella sua risposta invita i due a rivolgersi alla Commissione amministrativa della Vigilianza sulle fondazioni e Lpp della Svizzera orientale.
Va detto che negli scorsi mesi in diverse occasione la coppia Cerciello-Matasci e i discendenti di Misha Epper si sono rivolti alla Vigilanza, ma finora non è giunta nessuna risposta. Alla medesima Vigilanza un anno fa erano pure state consegnate le oltre 1'500 firme raccolte contro la vendita della proprietà. Sottoscrizioni che andavano senz'altro considerate come un'opposizione formale alla cessione di villa e giardino. Tuttavia, pure in questo caso, non ci è stato nessun riscontro.

“Profondamente amareggiato”

«Tutta la faccenda mi lascia una profonda amarezza nell’animo – commenta Cerciello –. Maurizio Checchi, presidente della Fondazione Epper e vicesindaco di Ascona, non ha detto tutta la verità al Consiglio Comunale, per "timore di eventuali ricorsi”, come lui stesso ha ammesso. La Vigilanza sulle fondazioni, che è un’istituzione pubblica e governativa, ha dimostrato un atteggiamento di totale supponenza non solo verso più di 1’500 semplici cittadini, ma anche verso persone giuridiche. Mi spiego: l’avvocato dei discendenti, che sono insorti lo scorso 3 giugno per difendere il testamento della loro congiunta, non ha ancora avuto risposte dalla Vigilanza. Ho la netta impressione che le istituzioni pubbliche, autorità locali comprese, collaborino per tener celati gli atti compiuti di comune accordo».
In altre parole: contro le manovre per il trasloco del museo sono scesi in campo 1500 cittadini e i discendenti di Misha Epper tramite avvocato, con scritti e opposizioni. Ma dalla Vigilianza sulle fondazioni, che ha la sua sede principale a San Gallo, non è mai giunta alcuna replica. Dopo la cortina di fumo (nessuno ha mai fornito informazioni sulle trattative in corso, se non a cose fatte), è stato eretto un muro di gomma, contro cui i contrari al trasloco si stanno scontrando.


Il 10 agosto Cerciello e Matasci hanno compiuto un ennesimo passo. Riferendosi alle disposizioni procedurali della Vigilanza sulle fondazioni e Lpp della Svizzera orientale, hanno inoltrato un ricorso al Tribunale d’appello a Lugano. Tribunale che ha prontamente risposto, dichiarando che l'operato della Vigilanza sulle fondazioni “non può essere sindacato. Impugnate possono essere soltanto, entro 30 giorni dalla notificazione, singole decisioni prese su oggetti che riguardano una determinata fondazione”. E nell'istanza presentata dai due le decisioni contestate sono state prese da tempo (mesi) e quindi il termine di ricorso per il Tribunale d'appello è ormai scaduto.

Il prossimo passo

I due difensori del museo hanno quindi deciso di seguire il suggerimento del Consiglio federale e nei prossimi giorni invieranno una segnalazione alla Commissione amministrativa della Vigilanza sulle fondazioni delle Svizzera orientale. Una missiva per ricordare i punti salienti dell'intera vicenda, che parte dal testamento redatto nel 1978 da Mischa Epper, la quale ha lasciato la proprietà di via Albarelle alla Fondazione. Nello stesso testamento è stato definito lo scopo: “custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l'opera artistica di Ignaz e Mischa Epper nella casa Epper”. Scopo modificato lo scorso dicembre con l'autorizzazione della Vigilanza. La dicitura “nella casa Epper” era diventata ”nella sede”. Una mutazione che ha spalancato le porte alla vendita della casa e del giardino, che furono dei due artisti, all'albergo Eden Roc.

Cerciello e Matasci chiederanno di valutare se l'agire della Vigilanza “sia stato corretto, adeguato e rispettoso delle volontà testamentarie che sono alla base della creazione della Fondazione”. E, in conclusione, che la Commissione intervenga per sospendere il previsto trasloco delle opere e della sede della Fondazione da casa Epper (trasloco programmato per il prossimo autunno), per bloccare la procedura avviata dalla Fondazione per acquistare l'appartamento nello stabile della Fondazione Rolf Gérard nel Borgo di Ascona (appartamento che diventerà la nuova sede) e per esaminare la validità dell'avvenuta vendita della proprietà in via Albarelle 14, con particolare riferimento alla completezza delle informazioni fornite all'acquirente in merito alle volontà testamentarie di Mischa Epper.

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