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Giallo di Muralto, il 30enne è in esecuzione anticipata della pena

L'inchiesta a carico del tedesco accusato di aver strangolato una 22enne britannica all'Hotel la Palma è alle battute finali

L'albergo dove è avvenuto il fatto. (Ti-Press)
8 luglio 2020
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Il trentenne tedesco sospettato della morte dell’amante 22enne britannica avvenuta all’Hotel la Palma au Lac di Muralto nell’aprile del 2019 non è più in detenzione preventiva. L’uomo - contro cui sono ipotizzati i reati di assassinio e appropriazione indebita - ha infatti chiesto di essere posto in esecuzione anticipata della pena, come confermato a ’laRegione’ dal Ministero pubblico. La sua carcerazione preventiva era stata prorogata per tre volte e quella decisa a febbraio stava giungendo a scadenza. Un cambiamento che lascerebbe supporre un riconoscimento dei fatti, oppure - come sembra essere più probabile - trattasi di una richiesta di passaggio a un regime carcerario meno restrittivo per quanto riguarda contatti, ore d'aria e congedi. Da noi interpellato l'avvocato difensore Yasar Ravi precisa: «Il mio cliente mantiene la sua posizione: respinge fermamente le accuse di assassinio e omicidio intenzionale. Il passaggio all'esecuzione anticipata della pena non è un'ammissione di colpa».

L’inchiesta penale coordinata dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis sul delitto consumatosi all’Hotel la Palma prosegue con gli ultimi accertamenti (sono stati aggiunti altri atti istruttori), ma è a buon punto e s'appresta alla conclusione, informa il Ministero pubblico. La pp avrebbe richiesto la nomina di un altro perito per delucidazioni, ai fini dell'inchiesta, sui giochi erotici.

Il caso, lo ricordiamo, riguarda la morte sospetta della 22enne inglese ritrovata esanime in una stanza all’ultimo piano dell’Hotel la Palma a Muralto, il 9 aprile del 2019. L’allora 29enne cittadino tedesco domiciliato nel Canton Zurigo ha sempre sostenuto che il decesso della giovane compagna sia avvenuto per un “gioco erotico finito in tragedia”, sostenendo quindi la morte accidentale.

L'indagine prosegue

L'inchiesta penale coordinata dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis sul delitto consumatosi all'Hotel la Palma prosegue con gli ultimi accertamenti (sono stati aggiunti altri atti istruttori), ma è a buon punto, informa il Ministero pubblico. Quindi l'indagine si appresta alla conclusione anche se è ancora prematuro stabilire una data. L'imputato è difeso dagli avvocati Yasar Ravi e Luisa Polli (di Lugano), mentre la famiglia della vittima è rappresentata dalle avvocate Maria Galliani e Valentina Zeli (sempre di Lugano).

Il caso, lo ricordiamo, riguarda la morte sospetta della 22enne inglese ritrovata esanime in una stanza all'ultimo piano dell'Hotel la Palma a Muralto, il 9 aprile del 2019. L'allora 29enne cittadino tedesco domiciliato nel Canton Zurigo ha sempre sostenuto che il decesso della giovane compagna sia avvenuto per un "gioco erotico finito in tragedia", sostenendo quindi la morte accidentale.

Eppure secondo la pp Canonica Alexakis, l'uomo avrebbe ucciso la donna di proposito e alla radice del delitto vi sarebbe il movente economico. Le difficoltà finanziarie avrebbero quindi spinto il sospettato a strangolare la 22enne; in effetti fra le ipotesi di reato, oltre all'assassinio, la procura ha configurato anche l'appropriazione indebita per il presunto furto della carta di credito della vittima, su cui avrebbe ricevuto un versamento di 30mila sterline da parte dello zio. L'imputato, in carcere da oltre un anno, ha sempre respinto questa tesi, dichiarando di non avere problemi di soldi. Tuttavia nel corso dell'inchiesta sono emersi debiti che il cittadino tedesco ha accumulato nel tempo con l'Ufficio anticipo alimenti, per il mancato pagamento degli assegni destinati ai figli.

I fatti per sommi capi

Quella notte, i due protagonisti della vicenda sono rientrati nella loro stanza d'albergo attorno alle 2.30 del mattino. Alle 6.30, il trentenne ha dato l'allarme recandosi nella hall dell'albergo e chiedendo aiuto al personale di servizio. Cosa sia successo in quelle quattro ore dovrà essere stabilito dalla ricostruzione degli inquirenti, anche se si è a conoscenza di un litigio quanto meno animato fra i due nel cuore della notte, tanto che il custode della struttura era dovuto intervenire per riportare la calma sull'intero pianerottolo.

Man mano che l'inchiesta è avanzata, la posizione del trentenne tedesco si è sempre più aggravata. Inoltre, la si ricorderà, la perizia psichiatrica disposta dalla procura ed effettuata dal medico Carlo Calanchini aveva stabilito che il presunto autore del delitto "soffre di una complessa turba psichica, problematica che tuttavia non ha intaccato la capacità di valutazione delle proprie azioni". Per queste ragioni non gli è stato riconosciuto alcun beneficio di scemata imputabilità.

Alla fine di gennaio di quest'anno, è stata consegnata alla procura ticinese la perizia medico-legale, svolta dal Centro universitario romando di medicina legale che, sostanzialmente, ha confermato le conclusioni cui era giunta la dottoressa di medicina legale Luisa Andrello. Ovvero, la 22enne è deceduta fra le quattro e le sei del mattino per un'asfissia meccanica da strangolamento, lo confermano le lesioni sul collo. La famiglia della vittima, lo ricordiamo, è assistita dalle avvocate Maria Galliani e Valentia Zeli, di Lugano

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