Locarnese

Via Simen in bilico fra preoccupazione e tempi politici

Minusio, genitori sul chi vive per la convivenza fra alunni, ciclisti e automobilisti lungo l'arteria. Il capodicastero Sicurezza: 'Si interverrà, ma a tappe'

La parte est di via Simen, già sitemata fino allo sbocco su via Cà di Ferro
18 maggio 2020
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“Via Simen a Minusio non è sicura! Né per i pedoni, né per i ciclisti! Non aspettiamo che accada qualcosa di brutto prima di reagire! Perché non fare un senso unico? Allargate il marciapiede e create una vera pista ciclabile"- È l'incipit di un post su Facebook da parte di una docente di Minusio - e mamma di un ragazzo che frequenta le Medie - stanca e preoccupata di vedere una moltitudine di situazioni a rischio cui sono giornalmente confrontati "tantissimi allievi che vanno alle Medie e alle Elementari alla Vignascia".

Se è pericolosa la strada - "dove la sensazione di insicurezza è grandissima " -, lo è altrettanto la ciclopista disegnata ai margini di entrambe le corsie di marcia: "La percorro quasi tutti i giorni ma ho sempre paura; paura per me come ciclista, ma anche paura per tutti gli allievi che ci vanno a piedi e che il più delle volte finiscono con un piede sulla strada. Il marciapiede è strettissimo, talmente stretto che si fa fatica a stare anche solo in due".

La proposta è "creare una strada a senso unico, allargare un marciapiede (attualmente ce ne sono due, strettissimi) affinché gli allievi possano chiacchierare senza il timore di venire investiti, e creare inoltre una vera pista ciclabile". Una soluzione che si addice al Locarnese, regione dove, riflette la mamma docente "si è già fatto un bel passo avanti con il bike sharing". È infatti la bici (anche quella a noleggio) il mezzo che "permetterebbe a tutti di spostarci senza inquinare e senza grandi costi". Ma il servizio abbisogna di "vere piste ciclabili per essere sfruttato al meglio".

Non è la prima volta che la pericolosità di via Simen, soprattutto per gli allievi della Vignascia, emerge come problema serio, da risolvere. Tiziano Tommasini, capodicastero Sicurezza a Minusio, premette che «di incidenti per fortuna non ho notizia, anche se è chiaro che la situazione non è ottimale. Via Simen è già a posto fino all'imbocco con via Cà di Ferro, e questo a partire da Mappo», dove tra l'altro è aperta la ciclopista di collegamento fra il centro sportivo e la stessa via Simen, che permette di evitare la convivenza su via alla Riva fra ciclisti veloci e pedoni. «Questo - dice in proposito Tommasini - è un bel passo avanti. Di problemi fra pedoni e cicloamatori su via alla Riva ce n'è stato abbastanza. L'auspicio è che la nuova bretella venga utilizzata a dovere».

Tornando a via Simen, «il rifacimento completo è da tempo nelle mire del Municipio. L'obiettivo è quindi completare il lavoro già svolto nella parte est e introdurre lungo tutta l'arteria il limite dei 30 chilometri orari, per una totale messa in sicurezza. Credo che i controlli preventivi effettuati finora inducano già ora una velocità controllata da parte degli automobilisti, e lo stesso si può dire per la carreggiata stessa, ristretta per far spazio alle corsie ciclabili. Ma è vero comunque che non c'è ancora una ciclopista "vera", curata nei dettagli. Purtroppo i tempi della politica sono lunghi, ma il prossimo obiettivo è intervenire fin dove, all'altezza dell'Elisarion, la ciclopista ricomincia e si ricongiunge con la zona a lago a Muralto». Comunque, sarà un lavoro a tappe e la tempistica è quella della politica, mai immediata. «Una prima tappa riguarderà il rifacimento dei ponti, che definirei urgente, e come me la pensa il Municipio».

In Città, i Verdi: più bici anche in ottica Covid-19

A Locarno, intanto, rimanendo in tema, un'elaborata interpellanza dei Verdi chiede un "maggior uso della bicicletta per il rispetto delle distanze fisiche e per ridurre il traffico". In questo particolare periodo storico il mezzo di trasporto pubblico e collettivo "rischia di essere in difficoltà dati i legittimi timori legati ai luoghi affollati - scrivono i Verdi -. Occorre tuttavia evitare assolutamente di congestionare la nostra città ulteriormente con il traffico motorizzato privato, con tutti i rischi per la salute che rappresenterebbe. Maggior inquinamento da smog e maggior inquinamento acustico. Di questi tempi, la bicicletta rappresenta quindi, ancora più del solito, un mezzo di trasporto che permette di rispettare le distanze fisiche e di mantenere una buona forma fisica". La richiesta al Municipio è di "implementare delle chiusure al traffico motorizzato provvisorie (con diritto di accesso ai confinanti) per la creazione immediata di percorsi diretti e sicuri sulle principali direttrici stradali per accedere alla Città". Inoltre, "per completare il quadro sarebbe auspicabile predisporre un progetto pilota, limitato nel tempo, che preveda la riduzione della velocità a 30 km/h su tutto il territorio comunale".

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