Locarnese

'Le capanne non sono ancora autorizzate ad aprire'

Così come i campeggi, al centro di un'interrogazione al Consiglio federale del deputato Udc Marco Chiesa.

4 maggio 2020
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Un’interrogazione intitolata “Campeggi figli di un Dio minore?” è stata inoltrata al Consiglio federale dal deputato Udc agli Stati Marco Chiesa. Nel testo, il deputato chiede con urgenza all’esecutivo nazionale “quali siano le riserve che frenano l’apertura dei campeggi e quando sarebbe prevista”. Una richiesta fatta alla luce del fatto che le strutture ricettive, oltre a essere “senza dubbio un attore importante del turismo svizzero, generano oltre 3,5 milioni di pernottamenti all’anno, un milione dei quali in Ticino, pari a circa il 10% di tutti i pernottamenti registrati in Svizzera”. Ma non è tutto, Chiesa nell’interrogazione sottolinea come i campeggi siano strutture in cui è facile mantenere le distanze, dove “si promuovono pulizia, sicurezza e qualità delle infrastrutture all’interno di ampi spazi”.
Chiesa si rifaceva (anche e soprattutto) alle considerazioni critiche di Simone Patelli, presidente dell’Associazione campeggi ticinesi – cfr. la ‘Regione’ di sabato – riguardo al “blocco” dei camping, penalizzati rispetto ad altre strutture ricettive come le capanne alpine. A questo proposito è intervenuta nel weekend la Federazione alpinistica ticinese (Fat), notando che le capanne (come i campeggi) sono in realtà chiuse. Raggiunto dalla ‘Regione’ per un chiarimento, Patelli rileva che «la possibilità di una riapertura delle capanne risultava sia dall’ordinanza federale del 30 aprile, sia dal sito del Club alpino svizzero, sia infine da quello del Cantone. Su queste indicazioni univoche si basavano le mie osservazioni. Comunque il “focus” non è chiaramente da mettere sulle mie asserzioni riguardo alle capanne - informazioni come detto risultanti da fonti attendibili – quanto rispetto alla chiusura dei campeggi! In questo momento così delicato generare polemiche non è sicuramente una priorità».

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