Da una leggenda antica, quella del 'Ponte oscuro', alla grande scultura in granito onsernonese dell'artista friborghese Raphael Pache, inaugurata ieri
Da una leggenda antica, tramandata (un tantino rielaborata) da don Louis Delcros – un prevosto interessato al tema – e raccolta in un libro edito negli anni ’50-’60 a un’opera d’arte. Più precisamente una grande scultura in granito onsernonese (3 m di lunghezza, 3 di larghezza e 2 di altezza). Il passo, stavolta, non è stato breve, perché all’artista friborghese Raphael Pache, che in Onsernone ha trovato la sua seconda dimora, di mesi di duro lavoro ne sono occorsi parecchi per portare a compimento la sua opera. Ma grazie alla sua abilità, allo scultore è riuscito di tradurre “in materia” destinata a durare nel tempo il sogno di un comitato spontaneo locale, coordinato da Olimpio e Valerio Poncioni: quello di lasciare alla comunità un segno in grado di valorizzare il Ponte Oscuro di Crana, capolavoro architettonico realizzato nel 1862.
Sabato, alla presenza di un folto pubblico, la scultura evocativa (di un tema, purtroppo, doloroso come quello della fame, della solitudine e della miseria che ha interessato l’Onsernone nel lontano passato) è stata ufficialmente consegnata alla cittadinanza vallerana. Mettere in opera una recita nella quale i fatti storici sono trasformati dall’immaginario popolare era l’obiettivo dell’artista. Com’è il caso per “la Leggenda del Ponte Oscuro”, l’installazione non chiede di essere interpretata; sarà prerogativa dello spettatore ascoltarla, guardarla, pensarla. Il passato ritorna, raccontando un mondo che non c’è più, ma che impone di interrogarsi sul valore autentico delle cose.