Il prossimo 15 luglio il pubblico conoscerà la maxiscultura in granito, opera dell'artista di Comologno Raphael Pache
Il pubblico la vedrà ufficialmente il 15 luglio, al Ponte Oscuro, in alta Valle Onsernone. È la maxiscultura in granito intitolata “La leggenda del Ponte Oscuro”, opera dell’artista di Comologno Raphael Pache. Questa iniziativa culturale, che gode del sostegno di diversi enti pubblici e di privati, porta avanti l’interesse per questo genere di tecnica germogliato, in valle, nel 2011 con l’organizzazione del primo Simposio di scultura. Iniziativa che allora raccolse ampi consensi, dentro e fuori il comprensorio. Prova ne è che era poi stata riproposta, con altrettanto eco positivo. Ora, al posto del Simoptato per un progetto diverso, voluto sempre nell’ottica di promozione del territorio.
La scelta è caduta, stavolta, su uno dei luoghi simbolo della valle, il Ponte Oscuro, la cui immagine è presente da sempre nelle cartoline dell’Onsernone. Edificato nel 1862, con le sue 5 arcate e la sottostante mulattiera, venne definito architettonicamente “il capolavoro dei ponti ticinesi”. L’opera nata dalla fantasia di Pache, artista conosciuto in tutta la Svizzera e che in valle ha trovato la sua seconda casa, racconta di un’epoca della storia locale in cui la miseria, l’emigrazione e le capacità delle genti di allora di adattarsi per sopravvivere erano musica quotidiana. “Uno sguardo al passato per animare il presente e credere nel futuro”, rileva Nicola Pini, responsabile del progetto Onsernone 2020 nella scheda accompagnante questa iniziativa. La scultura in granito onsernonese, legata alla leggenda della vecchia, della capra e della morte, inviterà dunque i passanti a una riflessione su ciò che è stato e sui cambiamenti intervenuti nei secoli. Una preziosa testimonianza che unisce, proprio come il viadotto, l’alta e la bassa valle, le generazioni passate e quelle presenti, il patrimonio culturale e i racconti tramandati.