Locarnese

Rotonda di Gordola, annunciata richiesta di pena oltre i 10 anni

Ma l'imputato continua a professarsi innocente: 'Non l'ho né colpito né sfiorato'. Il suo avvocato si batterà per l'assoluzione

13 maggio 2019
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Prime ore di processo, in Tribunale a Lugano, contro il 23enne che nella primavera di due anni fa, all’esterno della discoteca La Rotonda di Gordola, avrebbe causato la morte di un uomo colpendolo proditoriamente e senza motivo da tergo. La vittima è un 44enne cittadino svizzero domiciliato a Genestrerio, nel Mendrisiotto, che morì qualche ora dopo il ricovero in ospedale.

L'imputato, al momento di ricordare e ripercorrere i fatti di quella notte (tra il 21 e il 22 aprile 2017), stamane è stato sopraffatto dall'emozione e si è messo a piangere. E sempre, e ancora, ha affermato di non aver neppure sfiorato il 44enne. Il giudice Amos Pagnamenta ha però segnalato che nei verbali d'inchiesta risulta che due testimoni lo hanno visto mentre colpiva la vittima. Insomma, due versioni contrastanti che già si erano manifestate nel corso dell'inchiesta e che vengono oggi confermate in aula.

Dal canto suo il procuratore pubblico Arturo Garzoni ha annunciato che la sua richiesta di pena supererà i 10 anni. Di più: per evitare un rischio, che secondo Garzoni c'è ed è più che plausibile, di fuga da parte dell'imputato, per il 23enne Garzoni ha chiesto la “carcerazione di sicurezza”.  L'accusato, che ha trascorso 137 giorni in prigione, dall'aprile 2017 all'inizio di settembre dello stesso anno, ora è a piede libero. Vive e lavora in Svizzera tedesca, dove nel frattempo si è pure sposato.  Il suo difensore Yasar Ravi, anche in base a questa situazione, si oppone alla carcerazione di sicurezza. Per il suo assistito chiederà il proscioglimento.

Il processo proseguirà nel pomeriggio, con l'audizione di due periti.

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