Locarnese

Delta Resort, controlli casa per casa

Controversa 'richiesta di informazioni' della Città ai 12 proprietari di appartamenti. Che si inalberano e adiranno le vie legali

Il complesso di 4 palazzine, per 52 appartamenti
(Ti-Press)
2 febbraio 2019
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S’inasprisce, il contenzioso fra la Parkhotel Delta e il Municipio di Locarno. A 12 proprietari di appartamenti del Delta Resort – che conta in totale 4 palazzine per 52 appartamenti – la Città ha intimato una “richiesta d’informazioni” dai contenuti quantomeno sensibili. Il tutto, in un contesto ancora piuttosto confuso, da cui emerge una richiesta di risarcimento al Comune, da parte della famiglia Ambrosoli, di ben 12 milioni di franchi.

Lo scontro fra le parti, ricordiamo, riguarda sostanzialmente l’utilizzo degli appartamenti in questione: in quanto “apparthotel”, il Comune ne pretende una frequentazione “mista” (da parte dei proprietari, ma anche aperta ad affittuari), mentre la Parkhotel Delta e i proprietari propendono per un utilizzo esclusivo. Ma se la vertenza è nota, non lo era ancora il livello raggiunto dai toni della diatriba.

Nella “richiesta di informazioni” cui si accennava sopra, il Municipio ricorda perché si è giunti a questo punto e ribadisce che “la proprietà per piani (Ppp) non può essere utilizzata come una residenza primaria o secondaria, ma solo come una struttura alberghiera (apparthotel), quindi con un obbligo di messa a disposizione di terze persone nell’ambito dell’esercizio alberghiero”. Pertanto, “ogni proprietario o locatario (e i parenti stretti) può utilizzare la sua Ppp per un ragionevole periodo ogni anno (periodo che in linea di principio non dovrebbe superare le 8 settimane)”. Questo, appunto, a condizione “che la metta (concretamente ed effettivamente) a disposizione di terze persone il resto dell’anno nell’esercizio alberghiero”.

Rischio ‘provvedimenti esecutivi’

A questa constatazione fa seguito una richiesta di informazioni la cui “profondità” – per quanto giustificata dal punto di vista dell’autorità comunale – sembra poter ledere il diritto alla “privacy”. Viene infatti chiesto di specificare “per il 2018 i periodi dell’anno in cui l’appartamento è stato occupato da voi, rispettivamente dai vostri parenti stretti (figli, nipoti, genitori, fratelli e sorelle); i periodi dell’anno in cui esso è messo a disposizione di terze persone, in particolare tramite la gestione dell’albergo Parkhotel Delta (oppure di un’altra struttura ricettiva organizzata di appoggio all’apparthotel); e i nomi delle persone che hanno concretamente soggiornato, con i periodi di soggiorno, ritenuto che una identica richiesta di informazioni è rivolta anche all’Albergo Delta”. Inoltre, “per il 2019, a valere anche quale conferma di disponibilità per la gestione alberghiera: i periodi dell’anno in cui l’appartamento sarà occupato da voi, rispettivamente dai vostri parenti stretti; e i periodi in cui l’appartamento sarà a disposizione di terze persone”. Una volta ricevute le aggiornate informazioni “oppure in assenza di un riscontro entro il termine indicato (che era il 15 gennaio, ndr)”, il Comune si riserva “di adottare i provvedimenti esecutivi del caso per assicurare una migliore e corretta utilizzazione dell’apparthotel”. Leggi sgombero e sigilli.
Stando a nostre informazioni, i 12 proprietari coinvolti in questo “sondaggio” si sono nel frattempo coalizzati e hanno intenzione di adire le vie legali. Si tratta di persone – tutte di nazionalità svizzera – che per accaparrarsi il loro appartamento hanno pagato cifre variabili fra gli 800-900mila franchi e i 2 milioni (per gli attici).

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