Locarno

Affondo Plr sull'Istituto S. Carlo: 'Il Carnevale è finito'

Per la Sezione permangono problemi di non poco conto. "Non chiediamo nulla al responsabile politico del Dicastero Ronnie Moretti, perché già sappiamo la risposta"

13 febbraio 2018
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"Mordasini, Margani, Fabbri,  Minacore, Rossi, Hefti: non è la formazione di una squadra alle Olimpiadi di Pyeongchang, ma i direttori o simili (o nominati o licenziati o ad interim o dimissionari) che si sono susseguiti alla direzione dell’Istituto S. Carlo di Locarno in poco più di due anni. Roba da Guiness dei primati. Peccato che tale montagna pare abbia partorito un topolino. Sì, perché come nel gioco dell’oca, dopo un gran giro, sembrerebbe essere tornati alla casella di partenza". Questo il tenore di una presa di posizione diffusa nel pomeriggio dal PLR, Sezione di Locarno, a proposito dell’Istituto S. Carlo.

Nella nota, trasmessa ai giornali da Carlo Monti per la Sezione, si dice sottolinea il fatto che l’Istituto S. Carlo si trovi ancora senza un presidente. "Il direttore “definitivo”, Stefano Hefti, chiamato al capezzale di un moribondo S. Carlo parrebbe aver gettato la spugna, dando le proprie dimissioni, poco importa se per rincorrere una nuova sfida professionale, stando al laconico comunicato del Municipio. Di fatto il S. Carlo si trova nuovamente senza un direttore, mentre nell’Istituto permangono problemi di non poco conto: nel marzo scorso i sindacati lamentavano ancora un clima di lavoro pessimo,  tensioni, assenze per malattia, per colpa – parrebbe – di quadri inferiori, che indussero il Municipio al licenziamento di due caporeparto".

"Solo il responsabile politico dell’Istituto, il municipale Ronnie Moretti, poteva continuare a rassicurare tutti", si evidenzia, citando una serie di sue dichiarazioni. La prima del 9 luglio 2016, secondo cui le "criticità sono praticamente risolte”, la falla ha potuto essere tappata in poco tempo”. Un'altra dopo il recente licenziamento delle due caporeparto: “Le criticità sono state in parte risolte e in parte lo saranno nel prossimo futuro.  Compito della Direzione dell’Istituto è di procedere con l’analisi di dettaglio… La funzionalità della casa è stata garantita da un clima di lavoro migliore, comprovato dalle verifiche che si sono succedute”.

Oggi, riattacca il Plr facendosi interprete dello sconcerto dei cittadini locarnesi "che non si sentono affatto rassicurati da queste parole", con gli interrogativi sulle vere cause che hanno portato Hefti a gettare la spugna, va istituita una fondazione di diritto pubblico e occorre impegnarsi con "determinazione massima per venirne ad una: "Di certo, per noi, come per la maggior parte dei locarnesi,  il carnevale qui finisce e con esso, la voglia di scherzare".

Seguono altre considerazioni che mettono in luce problemi della struttura e rispettive responsabilità politiche: "È pur vero che la situazione emersa dall’audit della iQ-center di Lugano era catastrofica, ma è mai possibile  che non siano bastati due anni, gli incontri con i sindacati,  il licenziamento del direttore dei Servizi sociali Giuseppe Mordasini e della responsabile dell’Istituto Anna Margani, il lavoro di assistenza del direttore responsabile della Casa di cura per anziani Belsoggiorno  Doriano Fabbri e della capocure Piera Minacore, il direttore ad interim Gianluigi Rossi, già direttore dell’ospedale La Carità di Locarno, l’assunzione di cinque nuovi collaboratori, la nomina del direttore della Fondazione Hospice Ticino Stefano Hefti, per uscire da questo tunnel? Cosa dobbiamo pensare? Che il S. Carlo non può essere riformato? Che non vi è una cura per guarirlo dal  morbo che l’affligge? Sarebbe inaccettabile. O che tutti coloro che si sono succeduti al vertice dell’Istituto fossero degli incapaci? Non lo crediamo. O che la cura o peggio la diagnosi erano sbagliate? Ma è pur stata indicata da fior fiori di specialisti".

Che fare dunque?, si chiede il Plr. "Non chiediamo nulla al responsabile politico del Dicastero Ronnie Moretti, perché già sappiamo la risposta: 'Questo è un bieco attacco elettoralistico', 'qui si voglion chiudere vecchi conti in sospeso', 'si interroghi il Municipio, io non sono che uno della squadra' (con bello sportivo senso della collegialità)".

 

 

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