Locarnese

Mira alla volpe, sfiora il muro di un cascinale

Sui monti di Cavigliano cacciatore commette una grave infrazione. La baita in quel momento era abitata. Il proiettile è finito a pochi centimetri dallo stabile

7 febbraio 2018
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Una grave infrazione alle norme venatorie che arrischia di costare cara al suo autore, un cacciatore grigionese sulla sessantina. L’episodio risale alla scorsa fine di gennaio. Più precisamente a domenica 28, ultimo giorno di caccia invernale al cinghiale. Com’è solito fare, il proprietario di un cascinale sui monti di Cavigliano (Terre di Pedemonte) posteggia la sua auto in un piccolo spiazzo lungo la strada della Valle Onsernone. Vede che sul sedime di sosta riservato ai proprietari di baite nella zona è presente una vettura con targhe grigionesi. «L’auto era posteggiata male – racconta X. Y. (nome noto alla redazione) – Sui due piedi ho pensato fosse di un conoscente di un mio amico. Ho così scattato una foto del veicolo, in modo da poi segnalargli la cosa. A quel punto ho notato che sull’auto era presente un adesivo legato al mondo venatorio. Dopodiché mi sono incamminato lungo il sentiero».

Passano una ventina di minuti e X.Y. giunge a destinazione. «Sono entrato in casa, ho acceso il camino, ho messo sul tavolo all’esterno della baita i cuscini e l’occorrente per un lavoro che, di lì a poco, avrei dovuto svolgere con l’aiuto di un mio conoscente. Il tempo di cambiarmi e ho sentito esplodere un colpo. Sapevo che era giornata di caccia e, sui due piedi, ho pensato avessero abbattuto un cinghiale. Sono uscito dalla cascina a curiosare, avevo come l’impressione che il colpo fosse partito nelle immediate vicinanze. A quel punto ho scorto la sagoma di un cacciatore che si stava allontanando, fucile in spalla; trascinava il corpo di una volpe (animale che può essere abbattuto per legge, per contenerne il numero nel territorio, ndr). Per terra, lì dinnanzi, sui sassi ho scorto del sangue. A quel punto, come reazione, ho inveito contro di lui. Non ho saputo tenere la bocca chiusa. In tutta risposta quest’ultimo, dopo avermi detto di non aver fatto nulla di sbagliato, ha preso il corpo del povero animale e l’ha lanciato nella scarpata sottostante. Poi è sparito. Ero arrabbiatissimo ma ho avuto il tempo di fotografarlo. Quell’uomo aveva appena ucciso la volpe che spesso veniva lì da me a dissetarsi e che era diventata la mia “amica”». Sin qui l’episodio, per spiacevole che potesse essere, sembrava chiuso.

La posizione del cacciatore, tuttavia, vacilla di lì a poco, quando X.Y. – nel frattempo raggiunto dal suo conoscente – scopre che il colpo è stato esploso a una quindicina di metri dalla sua casa e che la povera volpe è stata raggiunta dal proiettile a soli 3 metri dai muri della costruzione. «Non ha rispettato la distanza di sicurezza minima dai fabbricati abitati prevista dalla Legge sulla caccia, che è di 50m (misura che vale per il cacciatore, la preda e la traiettoria del proiettile, ndr). Ha messo in pericolo la mia vita! Non potevo fargliela passare liscia. Avevo il suo numero di targa, non è stato difficile rintracciarlo. Così una volta rientrato al piano mi sono recato in polizia per denunciare l’accaduto. Gli agenti mi hanno detto che avrei dovuto rivolgermi al guardiacaccia. Ed è ciò che ho fatto, con tanto di prove fotografiche alla mano. Con quest’ultimo siamo tornati sul mio monte e abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso, che confermano l’avvenuta infrazione. Prova ne è che nel terreno c’erano ancora delle schegge di piombo provenienti dal proiettile che si è conficcato a pochi centimetri dal muro in sasso della cascina».

Ora, come detto, sarà L’Ufficio caccia e pesca a dover far luce sull’episodio in prima analisi. La vicenda è destinata ad avere risvolti penali. La procedura è in corso. Tutto ciò non servirà a riportare in vita la povera volpe («un bell’esemplare, sano, affabile, al quale avrei voluto dare una degna sepoltura») ma almeno farà sì che la pericolosa infrazione non rimanga impunita. Per un’attività che si vuole presentare come rispettosa e regolata, una brutta storia.

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