Locarnese

Reggaetton di sangue

(© Ti-Press / Samuel Golay)
30 ottobre 2017
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Un ferito e 8 ragazzi fermati. È il bilancio di un altro sabato notte agitato alla discoteca Vanilla Club di Riazzino. La vittima è un 18enne di nazionalità bulgara residente nel Locarnese, ferito con un’arma da taglio nel corso di una rissa che ha visto il coinvolgimento di una decina di persone. La maggior parte di loro, come accennato, è stata immediatamente bloccata dalla sicurezza del locale e poi posta in stato di fermo dalla Polizia cantonale, che sta conducendo l’inchiesta sotto la coordinazione del procuratore pubblico Zaccaria Akbas. L’ennesimo increscioso episodio che segna le notti “brave” in Ticino è accaduto verso le 2 del mattino al primo piano della discoteca, dove sabato impazzava il reggaeton. Nebulosi, per ora, i contorni del parapiglia e soprattutto il movente che lo ha generato. La Rsi ha fatto riferimento ad un pugno sferrato ad un parente del 18enne, che poi, chiedendo spiegazioni, si è preso la coltellata al fondoschiena. Il ragazzo, conosciuto nell’ambito del pugilato, sarebbe già stato protagonista di una rissa l’anno scorso, sempre al Vanilla. Curato prima dal personale del Salva e poi operato d’urgenza, ha riportato ferite di una certa entità ma non gravissime, visto che la dimissione dall’ospedale è prevista già nei prossimi giorni. Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia cantonale, della Polizia della città di Locarno, della Polizia intercomunale del Piano, nonché uomini delle Guardie di confine. Stando a nostre informazioni, nel locale al primo piano, sabato notte, era presente, al momento del fattaccio, non più di un centinaio di persone.

La dinamica di quanto avvenuto è ancora da ricostruire, ma sembrerebbe che il gruppo a cui apparteneva l’aggressore (che, quando verrà individuato, sarà accusato di tentato omicidio intenzionale, subordinatamente di lesioni gravi) fosse composto da ragazzi sui 20 anni e provenisse dalla Svizzera interna. Al Vanilla aveva riservato un tavolo per la serata. Fabio Bassi, responsabile del “progetto Vanilla” per il Gruppo Enjoy proprietario della discoteca, alla “Regione” conferma queste circostanze e mette l’accento sul grande lavoro di prevenzione effettuato al Vanilla: «Siamo attenti anche ai più piccoli dettagli. Da diversi anni è in funzione il “metal detector” e naturalmente c’è un rigoroso controllo dei documenti. Eppure, purtroppo, qualche testa calda che palesa con i fatti le sue cattive intenzioni qualche volta passa. Spiace, perché la stragrande maggioranza dei giovani avventori è brava gente che vuole soltanto divertirsi. Per quanto riguarda l’arma, non posso che chiedermi anch’io come sia stato possibile eludere i controlli all’entrata». Bassi precisa poi che «la sicurezza era composta sabato da 13 uomini, che immediatamente sono intervenuti per sedare la rissa, scoppiata all’improvviso. Dal punto di vista della celerità della reazione c’è dunque poco da dire: più e meglio di così non si poteva fare. Inoltre, sempre i nostri uomini hanno da una parte soccorso il giovane ferito in attesa che arrivasse l’ambulanza, e dall’altra bloccato il gruppo degli aggressori, tenendoli “a bada” fino all’arrivo della Polizia». Nelle ore seguenti, gli inquirenti hanno reperito e interrogato una ventina di persone fra imputati, testimoni e persone informate sui fatti. E la lista è destinata ad allungarsi con l’identificazione di ulteriori testimoni.

L’ultimo precedente

In quanto locale notturno molto frequentato, il Vanilla è per sua stessa natura soggetto a situazioni poco piacevoli. Infatti è stato teatro, in passato, di alcuni incidenti più o meno gravi. L’ultimo di una certa entità risale, guarda caso, proprio alla fine di ottobre (era il 27) del 2013. Dopo uno screzio scoppiato all’alba nella “sala minimal”, all’esterno della discoteca un 19enne di origine macedone venne colpito al torace con un coltellino svizzero da un 25enne italiano “confuso” da un mix di droghe e alcol. Processato nel dicembre dell’anno successivo dalle Criminali di Locarno, l’italiano venne riconosciuto colpevole di tentato omicidio e condannato a 4 anni e 3 mesi.

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