Locarnese

Monte Verità, al Parsifal cinghialetti a due passi dai bimbi: 'Non trattateli come mascotte'

22 agosto 2016
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Assenza di pericoli naturali (salvo il lupo, o l’uomo) e poche pretese sul contratto generale da “inquilini”. Non è un caso se al Monte Verità di Ascona la principale attrazione di mamme e bambini che frequentano il Parsifal siano vivaci gruppuscoli di cinghialetti che razzolano in libertà fino a ridosso del nuovo parco giochi del Comune. Un problema antico, a detta del capotecnico ingegner Peter Waldvogel, e non relativo al solo Monte Verità. Lì, comunque, la questione è di portata pubblica, come l’ampia frequentazione durante almeno 8 mesi all’anno.

«Il Comune poco può fare se non intervenire con una protezione passiva, leggi recinzioni. Per la palizzata attorno al parco giochi abbiamo speso 30mila franchi e i risultati sono buoni. Ma il problema generale della presenza indesiderata di cinghiali rimane, tant’è vero che siamo costantemente in contatto con l’Ufficio caccia e pesca, più volte sollecitato per iscritto e più volte intervenuto sul posto». Fabio Croci , caposervizio guardacaccia e pesca, è chiaramente “sul pezzo”: «Il Ticino in questi ultimi tre decenni è diventato terra di cinghiali, quindi niente di cui stupirsi. Al Monte Verità c’è stato un problema serio ad esempio per la piantagione di thè verde, poi risolto con una solida recinzione in bambù.

La soluzione della palizzata è stata adottata anche per il parco giochi ed ha avuto un buon effetto perché il cinghiale è guardingo e non ama i cambiamenti di rilievo». Non li ama ma li sopporta, come dimostrano le visite ancora all’ordine del giorno. «Prima è meglio approntare tutte le misure possibili per la prevenzione dei danni – dice Croci –.

Per quanto riguarda i permessi speciali di caccia, non ne vengono concessi molti, in quanto spesso non sussistono gli estremi per il rispetto delle norme di sicurezza per l’uso delle armi da fuoco. Quei pochi vanno a cacciatori di fiducia, gente perfettamente in chiaro su ciò che può e deve fare. Comunque gli appostamenti dei cacciatori e le ronde notturne dei guardacaccia hanno portato a numerosi abbattimenti. Ma non indiscriminati, bensì selettivi. Bisogna tener conto della struttura matriarcale dei gruppi di cinghiali. Di regola non si uccide né la femmina dominante (se no gli altri, confusi, si disperdono a destra e a manca, causando danni) né quelle allattanti, ma gli esemplari più giovani o i maschi».

'Non trattate i cinghialetti come mascotte'

L’anno scorso nel periodo di caccia alta, in zona Monte Verità ne sono stati abbattuti diversi capi, ricorda Croci. E per far fronte alle scorrerie dei suidi sono stati aumentati i giorni di caccia al cinghiale. Nel contempo, nell’ambito del rinnovo delle bandite di caccia per il periodo 2015-20, è stata ridotta notevolmente la bandita a tutto il perimetro del Percorso vita.

Interrogato sui potenziali pericoli della convivenza uomo (bambino)-cinghiale, il capo dei guardacaccia rileva che «ovviamente, come in tutte le specie, può diventare minacciosa la femmina che vede i suoi piccoli in pericolo, oppure nel caso della presenza di cani vaganti, i nemici giurati dei cinghiali (oltre all’uomo). È anche sconsigliabile avvicinarsi a cinghiali feriti. Per il resto, la presenza in sè di giovani esemplari vicino al parco non è problematica, a parte per i danni che causano».

Rileva infine Croci che «non bisogna assolutamente dare loro da mangiare, trattandoli da mascotte. È chiaro che poi la presenza si intensifica». Senza dimenticare i rischi di reazioni non volute o morsicature. Ma il buon senso, con una patatina in mano e il cinghialetto pronto ad addentarla, vacilla.

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