Grigioni

Approvata in votazione la pista ciclabile della Bassa Mesolcina

I cittadini di San Vittore, Grono e Roveredo si sono espressi a favore del tracciato di 6,6 chilometri lungo i binari della ex Ferrovia retica

Progetto approvato a larga maggioranza
26 settembre 2021
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La Bassa Mesolcina avrà la sua pista ciclabile. Chiamati ad esprimersi oggi in votazione popolare, le cittadine e i cittadini di San Vittore, Roveredo e Grono hanno infatti approvato a larga maggioranza la realizzazione della pista ciclabile di 6,6 chilometri prevista lungo il tracciato della ex Ferrovia retica. A San Vittore il testo è stato approvato con 263 voti favorevoli (70%) e 114 contrari. Netto il risultato anche a Grono: 348 sì (71%) e 141 no; nettissimo a Roveredo dove la ciclopista ha ottenuto l’80% dei consensi (683 favorevoli e 171 contrari).

La cittadinanza dei tre Comuni ha approvato il relativo credito di partecipazione all’opera dal costo complessivo di 4,6 milioni di franchi. Sulla base dei chilometri di pista che toccano ciascun Comune, San Vittore ha stanziato un credito di 2,09 milioni, Roveredo di 962mila franchi e Grono di 1,51 milioni (crediti approvati dagli organi legislativi dei tre enti locali nel corso degli ultimi mesi). Il Cantone parteciperà all’investimento nella misura del 75%, ciò che conterrà notevolmente gli investimenti netti a carico dei tre Comuni riducendoli a 887mila per San Vittore, 475mila per Roveredo e 638mila per Grono.

Pianeggiante, interamente asfaltato, largo tre metri e dotato d’illuminazione notturna, il tracciato si congiungerà con il Ticino grazie alla ciclopista prevista dalla stazione Ffs di Castione a Lumino. Il cantiere vero e proprio potrebbe entrare nel vivo questo autunno dopo i primi brevi tratti nel frattempo già realizzati. L’obiettivo è d’inaugurare l’opera nel settembre 2022, in concomitanza con l’apertura della pista ciclabile sul territorio ticinese.

A Roveredo sì anche all’ampliamento della scuola e alla revisione delle leggi sui diritti politici

Le cittadine e i cittadini di Roveredo hanno inoltre approvato a larghissima maggioranza la revisione dello statuto comunale e delle leggi sui diritti politici. La principale novità in quest’ambito è l’introduzione del sistema maggioritario, al posto di quello proporzionale, per l’elezione del Municipio. Concretamente, con l’introduzione del sistema maggioritario per l’esecutivo, i seggi non saranno più distribuiti in base alla forza dei partiti, ma a essere eletti saranno, semplificando, i candidati che hanno ottenuto più voti. Sono inoltre previste due elezioni distinte: una per scegliere il sindaco e l’altra per eleggere i restanti quattro municipali.

Sempre a Roveredo, anche il credito di 2,7 milioni di franchi per l’ampliamento della scuola elementare comunale ha ottenuto una chiara approvazione (73% alla luce di 609 sì e 229 no). L’ampliamento del centro scolastico In Riva prevede la realizzazione di quattro nuove aule per accogliere tutte le classi, alcune della quali temporaneamente installate nell’ex casa comunale. Un’opera che è dettata anche dalla prevista crescita demografica del comune. Il credito di 2,7 milioni prevede pure la creazione di una sala multiuso per il servizio mensa, le attività del doposcuola ed eventi pubblici. La sede dell’ex asilo sarà rivalorizzata e diventerà sede della direzione scolastica e del corpo docente e lo spazio verde situato dietro la scuola esistente (sinora inutilizzato) sarà recuperato e diventerà un’area aggiuntiva per le pause.

Le reazioni

«Avevamo tanta carne al fuoco. Tutte le votazioni sono passate con un’altissima percentuale e non possiamo che essere molto contenti», afferma contattata dalla ‘Regione’ la vicesindaca di Roveredo Silva Brocco, che a nome del Municipio ringrazia le cittadine e i cittadini per il voto espresso. «Dal 2022 potremo iniziare con una nuova struttura grazie al nuovo statuto e cominciare finalmente con il progetto di ampliamento delle scuole».

«Un successo su tutta la linea”, afferma un raggiante Samuele Censi, sindaco di Grono che fin dal 2014 segue in prima linea il progetto della ciclopista. «Si tratta di una vittoria per il futuro, e penso in particolare ai nostri giovani che potranno recarsi a scuola in piena sicurezza». Se un Comune avesse bocciato la ciclopista, annota ancora Censi, non ci sarebbe stato un piano B, «in quanto la continuità territoriale è fondamentale per un progetto di questo tipo. Sono dunque davvero contento che la popolazione dei tre Comuni abbia capito l’importanza della posta in palio».

A San Vittore la sindaca Nicoletta Noi-Togni è rimasta un po’ sorpresa dal risultato: «Devo dire che non mi aspettavo un 70% di sì, tenuto conto delle premesse di questa campagna contraria condotta anche da alti rappresentanti politici del comune», afferma. Per Noi-Togni l’approvazione della pista ciclabile è una vittoria che ha un triplice significato: «La possibilità di concretizzare l’opera a beneficio di tutta la popolazione, la bella collaborazione con gli altri due Comuni mesolcinesi e con il Ticino e il segno di fiducia nei confronti dell’esecutivo». In caso di bocciatura del progetto alle urne, rileva la sindaca, «avrei veramente dubitato di continuare. Invece questa votazione mi dà forza e fiducia».

A fine agosto l’assemblea di San Vittore aveva approvato il credito per la ciclopista a stretta maggioranza dopo un acceso dibattito e la proposta della Commissione della gestione (respinta per 32 voti a 27) che chiedeva di ripresentare all’Assemblea una nuova domanda di credito che mirasse a rinegoziare i sussidi col Cantone, il tutto rivedendo costi (si sollecitava una ripartizione pro capite e non pro chilometri) e tracciato. Anche il vicesindaco e capodicastero Finanze Flavio Raveglia – dimessosi dal Municipio settimana scorsa per motivi professionali e privati ma anche di natura politica “legati al clima interno al Municipio” – ha contestato l’onere a carico del Comune, ritenendolo eccessivo, mentre un progetto di tale portata per la Bassa Mesolcina a suo avviso avrebbe dovuto essere promosso sul piano regionale. La maggioranza molto elevata con cui la cittadinanza ha approvato il progetto, a differenza del voto molto più risicato durante l’Assemblea comunale, «mette in mostra una diversità che per noi è molto importante», conclude la sindaca di San Vittore.

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