Grigioni

I droni hanno salvato quasi 500 cuccioli di capriolo

Le termocamere li hanno identificati prima che restassero vittime delle falciatrici nei Grigioni. L’operazione è il frutto della collaborazione fra cacciatori e agricoltori.

Giusto in tempo
15 settembre 2021
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Nella primavera scorsa l’utilizzo dei droni dotati di termocamere ha permesso di salvare 476 cuccioli di capriolo che avrebbero rischiato di rimanere vittime delle falciatrici nei Grigioni. L’operazione è il frutto della collaborazione fra cacciatori e agricoltori. Tra la fine maggio e l’inizio luglio sono stati effettuati circa 1’300 interventi, che hanno permesso di salvare 476 giovani caprioli, 140 in più rispetto allo scorso anno. Senza questa operazione tali ungulati avrebbero rischiato la morte durante lo sfalcio dei prati.

Come comunica l’Ufficio della caccia e della pesca dei Grigioni, il salvataggio dei caprioli grazie all’impiego di 24 droni muniti di termocamere viene eseguito in quasi tutte le regioni del cantone. Rispetto all’anno scorso ne sono stati impiegati 5 in più e le attività di soccorso sono state estese anche alle zone di Domat/Ems, Valle del Reno Posteriore, Valle dell’Albula e Davos/Klosters. Alle prime ore del giorno oppure in tarda serata, ben 190 piloti di droni si sono impegnati alla ricerca dei cuccioli di capriolo che giacciono indifesi in mezzo all’erba e che rischiano di essere uccisi dalle falciatrici.

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, quest’anno si sono formati altri 40 nuovi piloti, arruolati per lo più fra i cacciatori. “Senza la disponibilità dei cacciatori e la collaborazione con gli agricoltori questo progetto non sarebbe realizzabile”, precisa ancora il comunicato odierno.

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