Bellinzonese

Domande e risposte sulla sessualità nei luoghi di cura

Giovedì 13 ottobre questa tematica delicata sarà al centro del convegno annuale della Fondazione Sasso Corbaro. Si rifletterà su limiti e approcci diversi

Graziano Martignoni, vicepresidente della fondazione
(Ti-Press)
26 settembre 2022
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‘La sessualità nei luoghi di cura’. Al centro dell’ottavo convegno annuale della Fondazione Sasso Corbaro – che si terrà giovedì 13 ottobre dalle 9 nella sala del Consiglio comunale di Bellinzona – vi è una tematica molto «delicata». Tanto che alcune persone hanno declinato l’invito, «spiegando che non se la sentivano», ha affermato durante una conferenza stampa Graziano Martignoni, vicepresidente della fondazione. Una tematica, dunque, della quale spesso si fa fatica a parlare, ma di cui è importante discutere. Uno degli obiettivi della giornata è ad esempio quello di «riflettere sui limiti: fino a dove ci si può spingere? Quando un certo approccio è necessario o utile?». E questo esplorando vari territori: con otto esperti si parlerà di sessualità nella disabilità, nell’anzianità, nel decadimento cognitivo, nel disagio psichico, nella medicina in generale, nel post trauma o nella relazione educativa. Insomma, gli approcci o i limiti, possono variare «a seconda del luogo in cui vengono svolte le cure»: in una clinica psichiatrica possono essere diversi rispetto a quelli messi in pratica in un centro per disabili o in uno di riabilitazione. In tutti casi è però importante il «governo dell’intimità calda», ovvero la capacità di rispettare i limiti, senza superarli.

‘Trovare un equilibrio tra il ghiaccio e il fuoco’

La sessualità non è legata solo all’erotismo, ma anche alla vicinanza, all’affetto, all’amore, all’intimità. «Quando si cura non si può non toccare», ha affermato da parte sua Roberto Malacrida, responsabile delle relazioni istituzionali della fondazione. Ad esempio, un medico deve toccare un paziente per riuscire a effettuare una «diagnosi di qualità». Ed è proprio in questo contesto che nella letteratura è quindi stato coniato il termine ‘intimità fredda’ che presuppone una vicinanza fisica e percettiva, ma con una distanza emotiva. Martignoni ha precisato che l’intimità fredda «si lega all’efficacia, alla tecnica», mentre quella calda «al benessere». Intimità calda che è pure importante, visto che la «capacità emozionale riscalda il clima, facendoci stare bene». Questo coinvolgimento emotivo può però anche «sfuggire dalle mani: in questo caso ci si brucia, facendo male ad altre persone. E questo va assolutamente evitato». In questo senso è fondamentale «trovare un equilibrio tra il ghiaccio e il fuoco».

Il Convegno – che mira ad aiutare il personale sanitario a capire come porsi di fronte a un argomento tanto complesso quanto delicato – è aperto sia ai professionisti della salute e della cura, sia al pubblico. Il costo è di 120 franchi (standing lunch incluso). Iscrizione obbligatoria scrivendo a fondazione@sasso-corbaro.ch. Maggiori informazioni e programma della giornata su www.sasso-corbaro.ch.

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