Bellinzonese

Abuso sessuale alla Fabrique, pena confermata

In Appello l’imputato è stato di nuovo giudicato colpevole per avere approfittato di una ragazza al limite dell’incoscienza nei bagni della discoteca

I fatti risalgono al 2015. Non è escluso un ricorso in ultima istanza al Tribunale federale
(Ti-Press)
23 agosto 2022
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Secondo processo e seconda condanna per l’uomo sulla trentina giudicato nuovamente colpevole di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, per avere abusato di una ragazza ubriaca nei bagni della discoteca La Fabrique di Castione, la notte del 23 gennaio 2015. Questa volta la sentenza è stata pronunciata dalla Corte di appello e di revisione penale di Locarno (Carp), dove l’imputato era tornato in aula lo scorso luglio dopo avere impugnato il verdetto emesso in primo grado dal Tribunale penale cantonale nel marzo 2021. Presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, la Carp ha confermato la pena detentiva inflitta in prima istanza, ovvero 34 mesi, di cui 12 da espiare e i rimanenti sospesi con la condizionale. Respinta la richiesta d’assoluzione formulata dal patrocinatore dell’uomo, avvocato Niccolò Giovanettina, il quale, da noi contattato, non chiude per il momento la porta a un ricorso al Tribunale federale, ciò che valuterà nei prossimi giorni insieme al suo cliente.

Pur riconoscendo che la giovane è stata trovata in uno stato psicofisico alterato, in aula la difesa aveva sostenuto che le risultanze dell’inchiesta non permettono di accertare che la vittima al momento del rapporto sessuale non avesse capacità di discernimento. A mente della difesa, anche sulla base della testimonianza di un collaboratore che avrebbe visto i due avviarsi verso il bagno, è nei 10-15 minuti successivi al rapporto sessuale che la ragazza ha raggiunto lo stato psicofisico in cui è stata trovata dall’ambulanza. In un processo di natura indiziaria, anche questa volta la Corte si è però allineata alle conclusioni del procuratore pubblico Moreno Capella. Lo scorso luglio il magistrato aveva chiesto la conferma della sentenza pronunciata in primo grado. Per l’accusa – sulla base di rapporti medici, testimonianze della vittima e di altre persone presenti nel locale di Castione – l’imputato non poteva non rendersi conto che la ragazza – che aveva consumato alcolici e marijuana – si trovasse in uno stato psicofisico ampiamente compromesso, al limite dell’incoscienza.

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