Bellinzonese

Il pilota morto Gabriele Mossi: una vita fra cielo e terra

Il 49enne di Biasca lavorava anche per il Cantone, produceva vino, suonava nella Filarmonica e con una Fondazione recuperava antichi edifici sugli alpi

Gabriele Mossi ai comandi di un elicottero
16 marzo 2022
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Una vita in movimento fra l’amato territorio e l’altrettanto amato cielo. Ed è destino che la sua vita si sia fermata mentre stava dedicandosi a una delle sue grandi passioni, il volo. Gabriele Mossi, il 49enne di Biasca morto questa mattina a Gordola mentre si trovava ai comandi di un elicottero di Heli Tv, aveva nel proprio bagaglio personale e professionale moltissime iniziative e interessi. «Tutti portati avanti con grande entusiasmo e dedizione», ricorda alla ‘Regione’ la sorella Romina mentre sta affrontando il viaggio di rientro in Ticino dalla Svizzera interna.

Dal Poli a Swissair e Swiss

Laureatosi in ingegneria rurale al Politecnico federale di Zurigo, Gabriele Mossi divideva il proprio impegno lavorativo fra la compagnia di eli-trasporti di Lodrino e il Cantone dov’era attivo come collaboratore dell’Ufficio dei miglioramenti strutturali e della pianificazione alla Sezione agricoltura, presso il Dipartimento finanze ed economia. In aria era considerato un pilota molto esperto vantando diverse migliaia di ore di volo. Basti pensare che nel 2001 si era diplomato alla scuola piloti di Swissair a Kloten, poco prima che la compagnia di bandiera elvetica fallisse, e che negli anni successivi ha lavorato sugli aerei di Swiss dopo essersi formato anche negli Stati Uniti.

Il vigneto di famiglia e la Fondazione

Poi c’erano la terra e il territorio: la prima lavorata con le mani avendo recuperato il vigneto biaschese di famiglia ereditato dal nonno e dal papà scomparso alcuni anni fa; un’attività portata avanti nella propria ‘Cantina Ra Canva’ con l’aiuto di alcuni famigliari, coronata da tre medaglie d’argento conquistate ai Campionati mondiali di Merlot. Il secondo, il territorio, accudito non solo nella sua funzione al Cantone, ma anche come promotore di recuperi di antichi edifici malridotti situati nelle zone montane più discoste e un tempo tanto vive. L’ultima volta che lo avevamo sentito era l’estate 2019 in qualità di presidente della Fondazione paesaggio Valle Santa Petronilla e Pontirone che dal 2015 promuove interventi mirati per salvaguardare il patrimonio storico e culturale di quei luoghi. Ruderi riportati letteralmente in vita grazie al contributo finanziario di molti privati e di enti pubblici: «Per il contadino che viveva sull’alpe con la famiglia, la Valle Santa Petronilla non era un luogo romantico come lo è per noi. Sono luoghi secolari che trasudano storia», spiegava mentre gli si illuminavano gli occhi e citava i nomi dei membri di comitato, persone senza le quali non avrebbe saputo raggiungere gli obiettivi prefissati.

Musica, escursionismo e l’ala di Icaro

Gabriele Mossi amava anche l’attività fisica e la musica: suonava la tromba nella Filarmonica di Biasca e come guida del Club alpino svizzero Bellinzona e Valli ha organizzato tantissime gite sia a piedi sia sci-escursionistiche. Nel lontano 1999 era anche stato una colonna della squadra Tre Valli All Stars che aveva partecipato con successo alla nota trasmissione televisiva ‘Giochi senza frontiere’. Alle molte persone che lo conoscevano restano il ricordo di una persona intraprendente e il sapore del suo vino. Sulla cui etichetta un’ala bianca sembra librarsi in aria sostenuta dal nome ‘Icaro’, il personaggio mitologico morto cadendo in mare per essersi avvicinato troppo al sole. Un nome, un destino. Alla figlioletta, ai famigliari, amici e conoscenti di Gabriele Mossi ‘laRegione’ esprime il proprio sentimento di cordoglio.

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