Bellinzonese

Piano industriale Officine: Plr e Mps su pianeti diversi

I liberali-radicali invitano a concretizzare ‘a ritmo sostenuto’ stabilimento e quartiere. Sul fronte opposto criticata la perdita di 150 posti di lavoro

Un rendering del progetto di massima
(Ffs)
8 dicembre 2021
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“Ampia soddisfazione” in casa Plr, c’è invece “poco da festeggiare” secondo l’Mps. Sono per ora due le reazioni politiche giunte sul Piano industriale delle nuove Officine Ffs previste a Castione presentato martedì a Bellinzona. Il Plr invita ora a “procedere a ritmo sostenuto con la concretizzazione” anche del nuovo quartiere in centro a Bellinzona – dov’è previsto l’insediamento anche di un polo tecnologico, di attività di ricerca e di formazione con la creazione quindi di centinaia di posti di lavoro – che prenderà forma dopo che nella primavera 2026 inizierà il trasferimento delle attività a Castione. Il Piano industriale “tiene fede agli auspici espressi nella lettera d’intenti sottoscritta nel 2017 da Municipio di Bellinzona, Consiglio di Stato e Ferrovie e alle richieste di avere un numero importante di posti di lavoro e di attività produttive ribadite anche nei successivi dibattiti parlamentari nei legislativi cantonale e comunale”. Da qui l’auspicio affinché si proceda con “unità d’intenti a livello istituzionale e politico, soprattutto regionale, in modo da non lasciarci sfuggire quella che si appresta come una delle più importanti occasioni degli ultimi decenni in termini d’investimento finanziario e di sviluppo economico per la nostra regione e l’intero Cantone”.

Sul fronte opposto il Movimento per il socialismo rimarca che a fronte dei 360 posti di lavoro a tempo pieno indicati dalle Ffs nel nuovo stabilimento, ossia 140-160 più dei 200-230 indicati nel 2017, se ne perdano in realtà 150, visto che attualmente se ne contano quasi 500 tra fissi e interinali. L’Mps evidenzia per cominciare che al momento le Ffs a Castione “non posseggono nemmeno un metro quadrato di terreno”, tanto più che sono pendenti al Tribunale amministrativo federale alcuni ricorsi contro la richiesta di riservazione d’area; ricorsi che se respinti potrebbe facilmente proseguire al Tribunale federale. Quanto alle cifre sul numero di occupati, “non significano nulla, visto per esempio che un’ottantina dei posti di lavoro previsti saranno tali solo a partire dal 2032, sempre che ci saranno ancora, quindi sei anni dopo la prevista messa in funzione del nuovo stabilimento”. Criticata anche la modalità di coinvolgimento della Commissione del personale allargata ai sindacati, cui le Ffs hanno trasmesso il Piano industriale – 50 pagine in tedesco e un riassunto di 8 pagine in italiano – solo lunedì pomeriggio, ossia il giorno prima della Piattaforma di dialogo (e della conferenza stampa di presentazione) voluta a suo tempo per riunire attorno allo stesso tavolo tutti i partner. Poche ore insufficienti per farsi un’opinione e redigere delle osservazioni da allegare al Piano, com’era stato deciso in Piattaforma la scorsa primavera. “Un modo di procedere che mostra chiaramente quanto poco interessi a costoro – annota l’Mps – il punto di vista dei lavoratori e dei loro rappresentanti”. S’invita inoltre a riflettere sul fatto che le Ffs investano anche in altri stabilimenti di manutenzione Oltralpe (Yverdon stabilimento per 700 lavoratori, Basilea 30 nuovi posti di lavoro, Muttenz altri 50). “Così, mentre in Ticino si festeggia perché si perderanno almeno 150 posti di lavoro, altrove si festeggia perché, nello stesso ambito se ne creeranno centinaia di nuovi”.

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