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‘Biasca sarà aperta al dialogo ma oggi la fusione non è un tema’

Il sindaco Galbusera spiega la volontà del Municipio di puntare sulle collaborazioni ma non chiude a un’eventuale futura fusione con la Bassa Leventina

23 novembre 2021
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Durante le serate informative in vista della votazione consultiva popolare per l’aggregazione della Bassa Leventina in agenda il prossimo 13 febbraio, la parola Biasca è stata pronunciata più volte. In particolare il sindaco Igor Righini ha ribadito la contrarietà della maggioranza del Municipio e del Consiglio comunale di Pollegio alla fusione con solo Giornico, Bodio e Personico, sostenendo che per avere una realtà politica davvero forte bisognerebbe allargare gli orizzonti verso sud. Ma c’è anche chi, nello specifico Michele Guerra, municipale di Pollegio e promotore dell’aggregazione, ritiene che la fusione della Bassa Leventina possa essere un primo di altri passi, sulla linea di quanto fatto a Mendrisio e a Faido. Ci siamo dunque rivolti al sindaco di Biasca Loris Galbusera per captare la posizione del Comune polo delle Tre Valli.

Loris Galbusera, in un periodo in cui si parla tanto di aggregazioni, qual è la posizione di Biasca? Valuterete, a breve-medio termine, lo scenario di una fusione?

Tra i diversi dossier sul tavolo del Municipio di Biasca al momento non vi è quello dell’aggregazione. Visto che nel 2011 è fallito il progetto con Iragna e Pollegio e quattro anni fa è nato il nuovo comune di Riviera ritengo prematuro riproporre una fusione, a meno di una forte condivisione e richiesta degli altri Comuni. In questi anni si sono intensificati i rapporti con i Comuni della Regione e questo ha portato a sviluppare insieme diversi progetti importanti quali ad esempio la Polizia 3 Valli, il Masterplan per la riqualifica dei corsi d’acqua in Riviera, il Bike sharing Biasca - Valle di Blenio, e il Polo di sviluppo economico di Bodio-Giornico, nato dall’intesa dei Comuni di Biasca, Bodio, Giornico e Personico di trasferire le Officine Ffs presso il comparto della ex Monteforno. Vi è poi la collaborazione con il Comune di Pollegio per la gestione della scuola, per l’illuminazione del ponte sul fiume Brenno o ancora per il progetto di un percorso vita sul territorio dei due Comuni. Al momento il Municipio di Biasca preferisce quindi consolidare queste collaborazioni piuttosto che avviare dei cantieri aggregativi.

Il fatto che il suo Comune non sia stato preso in considerazione in questa aggregazione è secondo lei un’opportunità persa per la Bassa Leventina e forse anche per la stessa Biasca?

Non penso che sia un’opportunità persa, anche perché il cantiere delle aggregazioni è sempre aperto. È certamente vero che in questo Cantone il peso politico, demografico ed economico dell’Alto Ticino è minore rispetto ad altre regioni e quindi, al di là del processo aggregativo, ritengo fondamentale un maggior dialogo, coesione e solidarietà di tutti i Comuni delle Tre Valli su molti temi e progetti.

A Biasca sareste pronti a valutare le opportunità di aggregarsi insieme al nuovo Comune di Sassi Grossi se quest’ultimo si concretizzerà?

Biasca è sempre disponibile a dialogare con gli altri Comuni. Ritengo comunque corretto che a un Comune appena costituito sia dato il tempo di organizzarsi, di muovere i primi passi, di rispondere alle aspettative della popolazione. Per un’eventuale aggregazione tra Biasca e il nuovo Comune di Sassi Grossi ci sarà sicuramente occasione di discuterne, ma su una visione più a lungo termine.

A differenza di Iragna e Pollegio (60% di no), nel 2011 Biasca si era nettamente schierata a favore col 77% dei voti. In particolare a Pollegio, l’esito della votazione del prossimo 13 febbraio appare incerto. In caso di una esclusione dal progetto di questo Comune, Biasca vedrebbe ancora delle opportunità per rilanciare il discorso di una fusione quantomeno con Pollegio?

In questo caso andrebbero fatti degli approfondimenti sulla riforma istituzionale, visto che l’attuale piano cantonale delle aggregazioni non prevede questa eventualità. Come già ribadito il comune di Biasca è aperto a qualsiasi discussione e sempre disposto a collaborare con tutti per trovare delle soluzioni a temi e problemi comuni.

Il Consiglio di Stato non aveva considerato la nascita del nuovo Comune di Riviera in contrasto con la visione del Piano cantonale delle aggregazioni, pur se il Dipartimento delle istituzioni vede quale soluzione finale l’unione tra Biasca e Riviera. Oggi qual è la situazione?

Per i motivi già esposti nella risposta alla prima domanda, per ora ritengo prematuro riproporre l’aggregazione tra Biasca e il Comune di Riviera. I rapporti tra i due esecutivi sono buoni per cui al momento riteniamo opportuno continuare su questa linea.

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