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Aperture domenicali: ‘A Bellinzona è il momento di osare’

Claudia Pagliari, presidente della Società dei commercianti, sprona nuovamente i negozi: ‘Vale la pena impegnarsi tutti in maniera coordinata’

(Ti-Press)
29 ottobre 2021
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Un tema ricorrente di cui si è discusso in ultima battuta durante l’assemblea della Società dei commercianti di Bellinzona. È quello delle aperture domenicali dei commerci con una superficie non superiore ai 200 metri quadrati, ciò che in una città turistica come Bellinzona può essere fatto per un numero illimitato di volte all’anno. Lo scorso 18 ottobre era stato il comandante della Polizia comunale, Ivano Beltraminelli, a punzecchiare il comitato della Scb al termine dei lavori assembleari: “Di negozi – ha reso attenti il comandante – ne vedo aperti pochissimi, ed è un vero peccato. Di fronte a un’interessante opportunità data dal legislatore ci si aspetterebbe che il settore del commercio al dettaglio marcasse presenza”. «Spronare in questo senso è qualcosa che il comitato della Società dei commercianti di Bellinzona fa in continuazione», replica sollecitata dalla Regione a due settimane dall’assemblea la presidente Claudia Pagliari, confermando tuttavia che la risposta attuale non è certo delle migliori. «È fondamentale – sottolinea – remare tutti nella stessa direzione, perché se a tenere aperto è una percentuale misera, il tutto risulta controproducente». La presidente, che evidenzia come alcuni desistano a causa dei costi straordinari per il personale, sottolinea l’aspetto della costanza: «A mio avviso vale la pena osare e impegnarsi per tenere aperto e non scoraggiarsi dopo un paio di domeniche in cui magari non si fa una grande cifra. Intanto il negozio è aperto e si fa conoscere. Questo la gente lo nota. E a lungo andare la perseveranza paga». Detto di una mentalità ancora poco propensa a mettersi in gioco, vero è, ammette Pagliari, che non tutti, in particolare i piccoli commerci a conduzione familiare, «hanno le energie e le risorse necessarie per stare aperti ogni domenica. Ciò che, a mio avviso, non è peraltro l’obiettivo. Io stessa, con la mia boutique di abbigliamento, cerco di dare il buon esempio ma non sono in negozio tutte le domeniche. L’ideale, ed è quello che come Società dei commercianti cerchiamo di fare, è concordare determinate domeniche in cui impegnarsi a tenere aperto in maniera coordinata».

‘Forse qualcosa si muove’

Sono tante le persone che vorrebbero vedere più spirito d’iniziativa. «Poi però devono impegnarsi anche a venire a trovarci», ricorda la presidente, fiduciosa che col tempo qualcosa cambierà. Da un paio d’anni la Società dei commercianti propone una decina di giornate domenicali, solitamente accompagnate da eventi (bancarelle ed esposizioni), in cui s’invitano negozi ed esercizi pubblici (tramite circolare distribuita a tutti i soci) a non abbassare le serrande. «Se penso alle prime volte, quando a raccogliere l’invito eravamo una manciata, qualcosa è nel frattempo cambiato. Le adesioni a queste iniziative stanno aumentando e questo ci fa ben sperare». A differenza di quello che pensano in molti, conclude Pagliari, «le aperture domenicali delle grandi catene di distribuzione non andrebbero a nostro sfavore. Lo osserviamo in settimana: le varie Coop, Migros, Manor fanno da catalizzatore e portano tanti clienti ai piccoli e medi commerci».

Esercizi pubblici: ‘Turismo record da sfruttare’

Che dire invece degli esercizi pubblici? «Da quello che so, di ristoranti aperti in centro ce ne sono diversi – dice lo chef Luca Merlo, presidente di Gastro Bellinzona e Alto Ticino –. Non nego tuttavia, in particolare in occasione di manifestazioni di richiamo come la recente Rassegna dei formaggi, che si potrebbe fare di più». Per Merlo ci sono da considerare gli effetti del Covid-19 che ancora si fanno sentire. «Non tutti i ristoranti lavorano a ranghi completi, e questo rende più difficile prevedere un’apertura domenicale che non ostacoli il piano settimanale relativo a orari di apertura e giorni liberi del personale. D’altro canto però, posso dire che ne vale la pena, specialmente ora con un turismo da record che fa seguito al periodo molto complicato della fase più critica della pandemia».

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