Bellinzonese

I No-Covid-Pass pronti a ricorrere: ‘Avvocati in aiuto’

In 300 hanno manifestato oggi a Bellinzona. Supsi off limits? ‘Fatevi dare una decisione scritta e firmata, con tanto di rimedi di diritto’

In 300 fra viale stazione e piazza Governo (Ti-Press/Piccoli)
19 settembre 2021
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All’urlo di “Libertà, non green pass!”, “Verità, verità, verità!” e “Vogliono impressionarci col numero di morti” circa trecento manifestanti (fra no-vax, vaccino-scettici e chi si dichiara contro il sistema) hanno sfilato oggi pomeriggio lungo il viale della Stazione fino a piazza Governo per protestare, sotto una pioggia scrosciante, contro le misure restrittive volute dalle autorità per contenere la pandemia, in primis l’estensione dell’obbligo del certificato Covid in un’ampia serie di luoghi, attività e circostanze della vita quotidiana. Organizzato dagli Amici della Costituzione, il raduno ha visto l’apice davanti al Palazzo delle Orsoline, sede del Governo e del Parlamento cantonali, da dove sono partiti cori inneggianti alla voglia di conoscere «tutta la verità e non solo quella che viene strategicamente data in pasto alla popolazione per farle credere ciò che vogliono loro». Fra le misure più recenti, citiamo l’introduzione dell’obbligo, da lunedì 20 settembre, di presentare in dogana il Covid Pass e il Passanger Locator Form (modulo nel quale indicare contatti e luogo di soggiorno all’estero, zone confinanti col Ticino a parte) in assenza dei quali scatta la multa rispettivamente di 200 e 100 franchi. Sempre da domani il Covid Pass è richiesto anche per studenti e collaboratori della Supsi; in assenza di esso, non si entra. A questo riguardo alcuni interventi al megafono hanno segnalato che vi sarebbero avvocati pronti ad assistere coloro che intendessero opporsi alle disposizioni. «Non possono non farci partecipare alle lezioni, non possono non farci lavorare!», è stato detto. E l’invito, poi, a «non cadere nella trappola di firmare documenti che vi obbligano a rispettare disposizioni che non hanno nulla a che vedere con le libertà individuali e collettive e con la presunta protezione della salute». Quindi, l’appello a reagire: «Se vi chiudono le porte in faccia, fatevi dare una decisione scritta su carta e firmata da un responsabile. Una decisione che contenga anche i rimedi di diritto, affinché si possano interporre tutti i ricorsi possibili. Fatelo, perché si tratta di ingiuste limitazioni della libertà e perché la legge è dalla nostra parte! E in definitiva perché chi non reagisce è complice».

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