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Casa dello Studente, esclusi dalla mensa poiché senza Covid pass

Gli ospiti senza certificato della struttura di Bellinzona non potranno nemmeno mangiare negli spazi interni. Un genitore: ‘Si tratta di un’ingiustizia’

La mensa della Casa dello Studente (Ti-Press)
16 settembre 2021
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Tocca anche la Casa dello Studente l’obbligo di esibire un certificato Covid per accedere ai luoghi chiusi di bar e ristoranti. La struttura ricettiva ubicata nel comparto del centro Gioventù e Sport di Bellinzona, pensata per offrire il pernottamento e la mezza pensione agli allievi delle scuole post-obbligatorie, dispone di una mensa che è infatti considerata a tutti gli effetti come un ristorante secondo l’ultima revisione dell’Ordinanza federale in materia di Covid-19, trattandosi in effetti di una mensa aperta a tutti gli ospiti del centro G+S (corsi di formazione e perfezionamento, campi di allenamento, scuole montane delle scuole, ecc). Non viene dunque considerata mensa scolastica o aziendale, a differenza di quelle delle scuole post obbligatorie, dove sono autorizzati all’entrata solo studenti e dipendenti. Una conseguenza delle decisioni di Berna che non è ovviamente gradita agli ospiti della Casa dello Studente che non si sono sottoposti al vaccino. «Con i nostri giuristi abbiamo cercato di capire se potesse esserci un’alternativa, ma così non è stato», afferma contattato dalla ‘Regione’ Alessandro Lava, capo dell’Ufficio dello sport del Dipartimento educazione, cultura e sport. Negli scorsi giorni i responsabili della struttura hanno comunicato alle famiglie che a partire dal 20 settembre i loro figli potranno dormire presso la Casa, ma solo chi può esibire un Covid pass potrà accedere alla mensa. «Ci dispiace che qualcuno dovrà probabilmente lasciare la Casa e impiegare così un’ora per andare a scuola – aggiunge il capo dell’Ufficio dello sport –. Chiaramente questo non ci fa piacere. Non eravamo di certo contenti di dover comunicare certe notizie. Non ce l’abbiamo con chi si vaccina o non si vaccina; questa è una decisione personale. Purtroppo però dobbiamo attenerci all’Ordinanza federale».

Trasferitasi al centro G+S nel 2015, la Casa dello Studente ospita attualmente nove persone. È pensata in particolare per i giovani che abitano in zone discoste del cantone. Nella retta sono compresi l’alloggio, la mezza pensione (colazione e cena), l’accesso a internet, la pulizia e la biancheria da letto. Se per l’accesso alla mensa le disposizioni della Confederazione non lasciano spazio a interpretazioni, è la decisione della struttura di negare la possibilità ai giovani senza Covid pass di mangiare all’interno negli spazi comuni della Casa riservati esclusivamente agli ospiti che alimenta il malumore di alcune famiglie. Senza certificato gli ospiti avranno sì la possibilità di ritirare il pasto cucinato dalla mensa (sarà consegnato loro dal personale) ma potranno consumarlo solo all’esterno della struttura sui tavoli già predisposti.

‘Si tratta di un’ingiustizia’

«Non si capisce come mai in una Casa dello Studente fornita di microonde e frigo nel corridoio comune fuori dalle stanze degli ospiti, quindi lontano dalla mensa, non sia oggi più possibile il suo utilizzo, quando invece sul mezzogiorno i ragazzi sono soliti riscaldare i loro pasti senza nessun problema riguardante l’odore di cibo», ci dice un genitore di uno degli studenti ospiti della struttura. «Direi che si tratta di un’ingiustizia. È un servizio garantito che paghiamo con la retta. Non capisco perché i ragazzi che non andranno in mensa non possano almeno ritirare il pasto e mangiarlo negli spazi comuni, rispettando le misure di distanziamento».

Niente odori sgradevoli. ‘Il regolamento parla chiaro’

Domande che abbiamo girato al capo dell’Ufficio dello sport: «C’è un regolamento della Casa dello Studente che dice che il pasto può essere consumato nello spazio comune solo in casi eccezionali. Per esempio se un ragazzo non può cenare insieme agli altri a causa di impegni inderogabili (allenamenti sportivi, lezioni di musica, ecc.), gli si dà la possibilità di mangiare fuori orario in un posto all’interno. Ma ripeto, solo in casi eccezionali». Una delle motivazioni del regolamento della struttura è evitare odori sgradevoli negli spazi comuni adiacenti alle stanze. «È possibile che possa essere interpretata coma una motivazione futile, ma posso assicurare che non è così – risponde Lava –. Se mangiare negli spazi comuni diventasse una normalità, alcune persone potrebbero sì infischiarsene, ma ad altri darebbe invece fastidio. Ed è questo un possibile conflitto tra ospiti che vogliamo evitare. L’ultima delle tante possibilità valutate era quella di adibire una sala di teoria a sala da pranzo, ma il problema è che abbiamo già confermato diversi corsi e sicuramente fino alla metà di novembre non avremmo potuto farlo». Dal 20 settembre a metà ottobre, chi degli ospiti sarà sprovvisto di Covid pass avrà dunque la sola possibilità di fare colazione e cenare all’esterno. E poi? «Da metà ottobre, quando le temperature si abbasseranno, mangiare all’esterno non sarà più un’opzione sostenibile. Purtroppo chi non avrà il Covid pass non potrà più usufruire della nostra mensa».

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