Bellinzonese

Arriva nomady.ch che legalizza il ‘campeggio selvaggio’

Anche in Ticino il portale che mette in rete 340 spazi idilliaci in tutta la Svizzera dove camper e auto-tenda possono sostare a prezzi contenuti

Un solo camper per volta. Nella foto da destra il co-ideatore Oliver Huber, il suo collega Gioele Bossi e il consulente turistico Elia Frapolli (Ti-Press/Gianinazzi)
19 agosto 2021
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Trovare e mettere in rete nuove aree, in luoghi idilliaci e immersi nella natura, dove i turisti in cerca di pace possono sostare per una o qualche notte a bordo di camper e veicoli simili. È l’obiettivo della piattaforma nomady.ch che promuove il ‘campeggio selvaggio legalizzato’. Fondata nel 2019 da due giovani svizzeri (Oliver Huber e Paolo De Caro) e aggiudicatasi il ‘Premio all’innovazione’ attribuito dalla fondazione Aiuto svizzero alla montagna, si è presentata oggi in Ticino nella fattoria biologica ‘Il Cardo’ di Ponto Valentino in Val di Blenio. Il cui titolare Eric Beretta ha ricavato in un prato una superficie abbastanza ampia dove poter sostare: «Si tratta per noi di una bella opportunità e di una possibilità di guadagno accessorio, sebbene non importante, favorita dal fatto che possiamo mettere a disposizione i servizi base dell’agriturismo. L’impegno amministrativo è molto ridotto e l’interazione con gli ospiti ci permette anche di promuovere i nostri prodotti agricoli, sensibilizzandoli sul ruolo dei contadini di montagna che curano il territorio». Le regole sono semplici: si prenota e si paga online (i prezzi a notte variano dai 30-40 agli 80-90 franchi a dipendenza del luogo e delle infrastrutture messe a disposizione, mentre una piccolissima parte viene prelevata quale tassa di soggiorno) e gli ospiti s’impegnano a rispettare la quiete e la pulizia del luogo. Sul sito – che conta attualmente 340 spazi disponibili, di cui una decina in Ticino dove si punta a incrementare l’offerta – ospiti e ospitanti possono peraltro postare delle recensioni, che al momento sono al 99,8% positive.

Come funziona

Oliver Huber sottolinea l’impegno a «incentivare il turismo in Svizzera con una marcata sensibilità ambientale coinvolgendo attori che sposino la nostra filosofia». La piattaforma online, specifica il suo collega Gioele Bossi, è un catalogo dove ricercare l’area in cui sostare: «Attualmente contiamo 17mila utenti registrati e oltre 50’000 pernottamenti. Le recensioni lasciate permettono di verificare se viene rispettata la filosofia dell’iniziativa e capire in tempi molto brevi se ci sono situazioni che possono essere corrette o migliorate». Una delle condizioni poste è che l’area messa a disposizione può accogliere al massimo un solo veicolo per volta, o due qualora i gruppi di turisti in viaggio si conoscano. Questo per assicurare una reale tranquillità degli ospiti ed evitare che il paesaggio venga snaturato da raduni di camperisti. I titolari del terreno devono dal canto loro regolarizzare la situazione chiedendo a inizio stagione un’autorizzazione speciale al Comune. Chi vuole mettere a disposizione una superficie può contattare il portale e la proposta sarà verificata direttamente sul posto per accertare idoneità e rispetto delle norme di sicurezza (vedi vicinanza di corsi d’acqua e pendii).

Opportunità per le zone discoste

La municipale di Acquarossa Eliane Jemini, capodicastero Agricoltura e a sua volta co-titolare insieme al marito di un’azienda agricola in valle, evidenzia come il settore primario sia vieppiù sotto pressione: «Rispetto al passato ci ritroviamo oggi a organizzare maggiormente vendita diretta di prodotti, brunch, visite scolastiche. Ora questa novità può rappresentare un valore aggiunto per le zone periferiche e le loro ricchezze. E può incentivare la fruizione di ristoranti, impianti di risalita e attrattive turistiche». Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore dell'Organizzazione turistica regionale Juri Clericetti: «Non da ultimo questa iniziativa aiuta a mettere un po’ d’ordine nella pratica del campeggio selvaggio in zone discoste, ampie e meno controllate. Un’iniziativa importante anche per la sicurezza degli ospiti e l’igiene; e non da ultimo perché consente di regolarizzare le tasse di soggiorno, così preziose per finanziare iniziative sul territorio». Il progetto – annota Manuel Cereda, direttore dell’Ente regionale sviluppo – coniuga natura, digitalizzazione e spirito imprenditoriale: «Un connubio che crea opportunità da cogliere per sfruttare le enormi potenzialità del nostro bel territorio». Dal canto suo il consulente turistico Elia Frapolli sta seguendo lo sviluppo della piattaforma in Ticino: «Queste nuove modalità di turismo esperienziale rispondono a una tendenza in atto già da qualche anno. Il visitatore di oggi chiede di essere ‘sorpreso’ in tutti i modi possibili. Nomady.ch può permettere al Ticino di profilarsi come destinazione innovativa, proprio come avvenuto in altre località della Svizzera. I Cantoni Lucerna, Grigioni e Vallese, ad esempio, promuovono attivamente il progetto come interessante offerta complementare per i propri ospiti». L’amo nel mare delle (nuove) opportunità è insomma lanciato.

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