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Nuova Valascia di Ambrì, ‘mettiamole attorno altre emozioni’

L'architetto Giussani rilancia il progetto di una pista di ghiaccio all'aperto e di un hotel con cupole trasparenti. Finanziatori (e spazio) permettendo

L'architetto Marco Giussani (Ti-Press)
9 agosto 2021
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Ora che la nuova Valascia sta per diventare realtà, dagli archivi riemerge la lunga serie di accattivanti idee messe sulla carta negli anni passati quando il progetto biancoblù da oltre 50 milioni di franchi stava prendendo corpo. Idee volte a ‘dare un contorno’ al nuovo stadio polifunzionale destinato a diventare uno, se non il principale, dei maggiori attrattori di eventi e manifestazioni dell’alta Leventina. Lo spazio c’è – quello situato nelle immediate vicinanze della struttura disegnata dall’architetto Mario Botta, come pure nell’attigua pista di rullaggio dell’ex aerodromo militare – ma non è infinito, considerato che in buona parte continuerà a essere sfruttato come parcheggio per le partite casalinghe dell’Ambrì Piotta e per i molti nuovi eventi pubblici che ben presto andranno a rimpolpare un già nutrito elenco. In tal senso le idee più... ingombranti rischiano di dover fare i conti – sempre che si trovino i fondi per concretizzarle – con spazi misurati.

L’esempio numero uno è quello della pista di ghiaccio all’aperto più lunga d’Europa che l’architetto ticinese Marco Giussani (ideatore, fra le altre cose, dello Splash & Spa di Rivera e del progetto di copertura autostradale nell’alto Vedeggio) aveva svelato nel novembre 2014 durante un’assemblea dell’Ente regionale per lo sviluppo. Una pista lunga un chilometro che occuperebbe per intero la lingua d’asfalto sulla quale un tempo atterravano i jet militari, pista tutt’oggi a disposizione per altre attività aviatorie minori e per eventi a grande richiamo. Sette anni fa le premesse erano buone e si cercavano finanziatori pronti a coprire il costo stimato in circa quattro milioni di franchi. Passati tuttavia i primi mesi e anni senza novità di rilievo, il tentativo di Giussani è rimasto nel limbo. E con esso anche altre idee giunte da più parti per, citiamo, un camping-hotel con cupole vetrate trasparenti per dormire sotto le stelle (sempre Giussani), una torre per la pratica del paracadutismo indoor, una pista di go-kart e una per le gare di pattinaggio in discesa.

Il Comune: ‘Che siano autofinanziati’

Nulla però si è mosso: da una parte per lungo tempo a causa dell’incertezza legata alla realizzazione della nuova Valascia ora divenuta realtà; dall’altra per le incertezze cresciute con la pandemia. L’ente comunale che gestisce il Parco multifunzionale, comprendente il campo d’aviazione con pista di rullaggio e immediate vicinanze ad essa connesse, non ha ricevuto negli anni segnali concreti per iniziative – manifestazioni di breve durata a parte – seriamente intenzionate a insediarsi. Il direttore del Parco, Nicola Petrini, che è anche segretario comunale di Quinto, interpellato dalla ‘Regione’ si dice ben disposto a valutare proposte che dovessero essergli sottoposte. A patto – sottolinea – che siano concrete, autofinanziate e compatibili con la pianificazione del sito. Bisogna infatti considerare – specifica – che progetti di vaste dimensioni dovrebbero fare i conti, come detto, col fatto che per buona parte dell’anno la pista di rullaggio fa da parcheggio e accoglie talune manifestazioni di grande richiamo, come pure attività aviatorie. Manifestazioni che proprio grazie alla nuova Valascia sono destinate ad aumentare sensibilmente di numero. Pure da considerare – aggiunge Nicola Petrini – che il Comune di Quinto ha destinato alla concretizzazione dello stadio importanti risorse finanziarie; quelle che restano devono quindi servire ad assicurare i bisogni primari del paese con le sue frazioni e i nuclei, della popolazione e delle svariate infrastrutture e relativa manutenzione.

Cercasi appoggio materiale

Quanto alla pista di pattinaggio open air più lunga d’Europa e al campeggio emozionale da mille e una notte, il loro ideatore ci crede ancora: «Finora la ricerca di finanziamenti non è andata troppo bene – spiega l’architetto Marco Giussani, a suo tempo recatosi in Olanda con Nicola Petrini a visionare un impianto simile – e perciò auspico che la presenza del nuovo stadio polifunzionale possa fare da catalizzatore per una serie di attività collaterali, siano essere ricreative, turistiche ma anche uniche, singolari e in grado di suscitare emozioni». La sua, nel 2014, non era stata una ‘boutade’: il progetto denominato Spap (Sviluppo piano Ambrì Piotta) aveva raccolto l’appoggio ideale di Comune, Ente regionale per lo sviluppo, Cantone, Leventina Turismo e Ticino Turismo, Federazione svizzera di sci, Valbianca Sa, Valascia Immobiliare Sa, Federazione ticinese di hockey su ghiaccio e Federazione curling Ticino. Il progetto andava ben oltre la semplice pista di ghiaccio all’aperto con musica d’intrattenimento, baretto e noleggio pattini, puntando a trasformare – per un centinaio di giorni all’anno durante i mesi invernali – la gelida piana in una vasta area di ritrovo, aggregazione, divertimento e sport estesa su 5-10mila metri quadrati. Su una lunghezza massima di un chilometro venivano intercalate isole nelle quali inserire altre piste per il gioco dell’hockey e del curling, cupole trasparenti riscaldate da destinare a bar, raduni, mercatini e opere d’arte, come pure un maxiscivolo innevato lungo il quale lanciarsi inciambellati nei gommoni. Il tutto completato da un percorso con i cani da slitta e, perché no, da una pista per lo sci di fondo già presente in passato. «Abbiamo speso molte energie – ricorda l’architetto Giussani – e l’importante lavoro fatto rimane valido. Considerando questo particolare e difficile periodo che ci porta a immaginare un percorso di rinascita e rinascimento, poter pensare a concettualità uniche nel loro genere avrebbe un doppio valore aggiunto. Da una parte il suo scopo iniziale, dall’altra la voglia di rinnovamento». Andando al concreto, Marco Giussani è in attesa di qualche segnale da parte delle autorità: «Se sarà il caso, saremo lieti di riaprire il dossier per effettuare i necessari approfondimenti». Se son rose – per citare uno dei tanti progetti mai decollati sulla piana di Ambrì – fioriranno.

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