
Il comitato dell'Unione dei proprietari di residenze e immobili (Upris) torna sulla recente sentenza – la prima di una probabile lunga fila – con la quale il Tribunale federale ha respinto il ricorso interposto dalla proprietaria di una casa di vacanza situata a Carì: la ricorrente si schierava contro il pagamento della tassa di soggiorno forfettaria intimata dal 2018 ai proprietari di case secondarie del Bellinzonese e Alto Ticino dall’Organizzazione turistica regionale che impone il pagamento in base al numero di posti letto dichiarato. I giudici di Losanna non hanno riconosciuto l'asserita violazione dei principi di uguaglianza e di proporzionalità, valutando come ragionevole e in nessun caso arbitraria la modalità utilizzata in Ticino, dove la nuova Legge cantonale sul turismo è entrata in vigore nel 2015 imponendo alle quattro nuove Otr (Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisiotto) il medesimo sistema di calcolo e fatturazione. Dal 2018 l'Otr-Bat ha operato un giro di vite riverificando ogni singola proprietà in modo retroattivo dal gennaio 2015.
“La citata sentenza – si legge nel comunicato dell'Upris firmato dal presidente Pietro Rusconi – si limita a dire che la pretesa dell'Otr-Bat nei confronti della ricorrente è legittima in base alla legge vigente. Ed è appunto questa legge che l'Upris contesta. Infatti ora – continua la nota – le Otr del Cantone dispongono di un amplissimo margine di manovra nel determinare l’importo della tassa applicabile per posto-letto: la 'forchetta' si situa tra i 15 e i 100 franchi (vale a dire tra 1 e 7) anziché stabilire una cifra precisa o fissare criteri oggettivi per graduare la tassazione in applicazione del principio di proporzionalità”. Una legge che secondo l'Upris, “attribuendo alle Otr la manutenzione e la cura dei sentieri addossa di fatto ai soli proprietari di case secondarie un onere a vantaggio di tutta la popolazione”. L'associazione non molla e il suo obiettivo rimane quello di creare una legge che tenga conto di un criterio di proporzionalità, “ad esempio diversificando la tassa a seconda dell’accessibilità o meno del rustico durante tutto l'anno”.
In merito alla questione, ricordiamo, è ancora pendente la petizione promossa dall'Upris: depositata alla Cancelleria cantonale nell’autunno 2019 e sottoscritta da 1’255 cittadini, chiede una modifica della legge abolendo il criterio d’imposizione per letto e sostituendolo con un’autocertificazione “indicante il numero dei pernottamenti reali oppure altri criteri finalizzati ad una tassa equa”. Risale invece al gennaio 2018, ed è pure ancora pendente, l’iniziativa parlamentare dell’allora granconsigliere leghista Fabio Badasci che propone di rendere più blando il capoverso 5 dell’articolo 21 della Legge sul turismo, affinché la tassa forfettaria per letto sia riscossa presso i proprietari di case secondarie solo qualora affittino l’alloggio per più di tre mesi consecutivi allo stesso locatario.
➜ Forfait letti e case secondarie: il Tf respinge il ricorso
Il comitato dell'Unione dei proprietari di residenze e immobili (Upris) torna sulla recente sentenza – la prima di una probabile lunga fila – con la quale il Tribunale federale ha respinto il ricorso interposto dalla proprietaria di una casa di vacanza situata a Carì: la ricorrente si schierava contro il pagamento della tassa di soggiorno forfettaria intimata dal 2018 ai proprietari di case secondarie del Bellinzonese e Alto Ticino dall’Organizzazione turistica regionale che impone il pagamento in base al numero di posti letto dichiarato. I giudici di Losanna non hanno riconosciuto l'asserita violazione dei principi di uguaglianza e di proporzionalità, valutando come ragionevole e in nessun caso arbitraria la modalità utilizzata in Ticino, dove la nuova Legge cantonale sul turismo è entrata in vigore nel 2015 imponendo alle quattro nuove Otr (Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisiotto) il medesimo sistema di calcolo e fatturazione. Dal 2018 l'Otr-Bat ha operato un giro di vite riverificando ogni singola proprietà in modo retroattivo dal gennaio 2015.