Bellinzonese

Casa anziani Sementina, autorizzazione retroattiva di 9 mesi

È giunta dal governo nel settembre scorso: ecco perché il medico cantonale un anno fa scriveva che la struttura ne era sprovvista

Il municipale Giorgio Soldini (Ti-Press)
1 luglio 2021
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Lo aveva succintamente scritto in un comunicato stampa lo scorso 28 gennaio e lo aveva ribadito, ma sempre laconicamente, rispondendo due mesi dopo a un’interrogazione dei Verdi presentata in quel periodo: “L’autorizzazione all’esercizio non è mai venuta meno per nessuna delle quattro strutture per anziani della Città”. Ora il Municipio di Bellinzona, rimesso alle strette dalla ventesima interpellanza sui 21 morti Covid nella casa di riposo di Sementina, rispondendo mercoledì sera in Consiglio comunale al Movimento per il socialismo ha finalmente fornito qualche dettaglio in più. La lunga serie di nuove domande depositata a inizio maggio prendeva spunto dal rapporto, molto critico, allestito dal medico cantonale il 23 luglio di un anno fa su quanto è stato ritenuto all’origine dei molti contagi e decessi nel ricovero di Sementina. Rapporto cui la Direzione amministrativa ha replicato, punto per punto, inducendo in seconda battuta il medico cantonale a rivedere solo una minima parte delle proprie iniziali conclusioni; tutte le altre rimangono al momento un punto fermo, seppure ancora contestate per iscritto dalla Direzione del Settore anziani comunale che attende tutt'oggi risposta e, ricordiamo, è sotto inchiesta penale per omicidio colposo e violazione delle norme sulle pandemie.

Lunghi tempi decisionali

Nel rapporto del medico cantonale viene evidenziato che l’autorizzazione all’esercizio del 28 agosto 2018 è scaduta il 30 novembre 2019 e che nell’estate 2020 non era stata ancora rinnovata. Mesi cruciali durante i quali la pandemia ha fatto irruzione nella struttura risultata essere una delle più colpite del Ticino nella prima ondata. Struttura che agiva quindi senza autorizzazione cantonale?, chiedeva l’Mps aggiungendo che il rapporto del medico cantonale “rileva che non tutti i requisiti essenziali previsti dalla Direttiva concernente la qualità per gli istituti per anziani del 15 dicembre 2003 sono soddisfatti integralmente”. Ieri sera il municipale Giorgio Soldini, capodicastero anziani, ha invece detto che la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio per le case anziani comunali «è stata inoltrata il 16 settembre 2019, con risoluzione municipale dell’11 settembre 2019. L’ispezione da parte dell’Ufficio del medico cantonale è avvenuta il 22 e 23 ottobre 2019, cui ha fatto seguito il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio, da parte del Consiglio di Stato, con risoluzione del 23 settembre 2020, per il periodo che va dal 1° dicembre 2019 al 28 febbraio 2021». Dunque il governo cantonale ha riconosciuto l’autorizzazione con un effetto retroattivo di ben nove mesi; e lo ha fatto un anno dopo la richiesta municipale, nonché undici mesi dopo l’ispezione del medico cantonale. Ecco perché nell’estate 2020 il medico cantonale scriveva che la casa anziani di Sementina (come pure le residenze Mesolcina e Pedemonte, dove non vi sono stati decessi Covid, e il centro Somen dove se ne sono contati due) era sprovvista di autorizzazione: si attendeva da diversi mesi che il governo si pronunciasse.

Per il rinnovo 2021/22 l'attesa dura adesso da otto mesi

Quindi – ha proseguito ieri sera Giorgio Soldini – in anticipo di tre mesi sulla scadenza di fine febbraio 2021 il Municipio «sempre secondo prassi, il 27 novembre 2020 ha inoltrato la richiesta per il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio per le tre case anziani di Bellinzona, con risoluzione firmata il 9 novembre». Passano le settimane e un mese e mezzo dopo, «il 15 gennaio 2021, la Direzione del Settore anziani riceve indicazioni sull’ispezione tramite autocertificazione con la documentazione da produrre per il 5 febbraio 2021. Nel termine indicato la Direzione ha quindi provveduto a consegnare quanto richiesto all’Autorità cantonale». Attualmente, otto mesi dopo la richiesta di rinnovo, «si è in attesa del rapporto d’ispezione dopo la verifica della documentazione trasmessa».

Assenti 28 collaboratori, ne sono arrivati solo due di rinforzo

Quanto alle possibili lacune gestionali e strutturali ravvisate dal medico cantonale e all’origine, a suo dire, dei contagi fra personale curante e anziani ospiti, Soldini ha ribadito che la Direzione ha fatto il possibile per evitare che ciò accadesse: è andata bene alla casa Mesolcina e residenza alla Pedemonte, non a Sementina. Un punto sensibile era la dotazione di personale in esercizio a fine marzo 2020, quanto la pandemia stava iniziando a mostrare i propri effetti: «La dotazione si aggirava al 70% poiché vi era un numero importante di assenze di collaboratori dovuti a lunga durata (7), collaboratori a rischio per malattia pregressa (3), collaboratori contagiati da Covid (3) e collaboratori assenti per sintomi simil Covid (15). Le assenze hanno di fatto fragilizzato la dotazione del personale». A nulla è valsa la richiesta di rinforzi, ha proseguito Soldini: «È stato chiesto allo Stato maggiore di condotta cantonale personale sanitario supplente disponibile. La ricerca ha permesso l’impiego di sole due persone in quanto le altre disponibilità erano state nel frattempo impiegate in altri ambiti sanitari».

‘Applicate misure conformi alle direttive superiori’

I consiglieri Mps chiedevano poi lumi sul ruolo avuto dal direttore amministrativo Silvano Morisoli durante la prima ondata. «Il ruolo della Direzione amministrativa – ha risposto Soldini – è stato dapprima quello di emanare le disposizioni sulla multistruttura intese a garantire prevenzione, sicurezza e preparazione delle singole sedi alla gestione di eventuali casi di Covid su collaboratori e residenti. Le misure erano di carattere organizzativo e di controllo, atte a prevenire e ridurre il rischio, e di presa a carico per eventuali contagi. Tutta la presa in carico è stata elaborata in collaborazione con il Gruppo di coordinamento pandemia del Settore anziani di Bellinzona». Le misure, ha assicurato Soldini, «sono sempre state elaborate conformemente alle direttive cantonali e federali e alle raccomandazioni dell’Associazione di categoria, che si susseguivano e si modificavano quotidianamente». Ciò che non vede d'accordo, ricordiamo, il medico cantonale. Dalla registrazione delle prime positività (22 aprile 2020), l’impegno della Direzione amministrativa, ha proseguito Soldini, «è stato evidentemente maggiore nella sede di Sementina, ma con contatti regolari con le altre sedi, dove ha organizzato incontri quotidiani con i responsabili di servizio dell’istituto al fine di effettuare report puntuali sulla situazione e sull’evoluzione pandemica in corso, adottando e revisionando di volta in volta misure e flussi organizzativi specifici per contenere l’epidemia in atto. Plurimi i contatti telefonici con i familiari dei residenti e le riunioni interne di coordinamento», ha assicurato Soldini confidano che le verifiche penali confermino la bontà di quanto messo in atto. Tutte spiegazioni che non hanno affatto soddisfatto i consiglieri Mps.

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