Bellinzonese

'Istituire un mercatino dell'usato anche a Cadenazzo'

Con una mozione il gruppo del Plr chiede al Municipio di promuovere attività di riciclaggio, riutilizzo e minor spreco

‘Dare una seconda vita a ciò che non usiamo più’ (Ti-Press)
18 maggio 2021
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Istituire un mercatino dell'usato e organizzare anche a Cadenazzo il laboratorio ‘caffè riparazione’. È quanto chiede in una mozione il gruppo del Plr in Consiglio comunale (primo firmatario Claudio Paganetti) spronando il Municipio a “farsi promotore di attività a sostegno del riciclo, riutilizzo e minor spreco”. Stando al liberale radicale, “una società ‘consumistica’ non è più pensabile per il futuro nostro e dei nostri figli. D’altra parte, in un paese dall’alto grado di benessere dove ‘avere tanto, tutto, troppo’ è quasi la regola, pensare di risolvere il problema dicendo alle persone di ‘consumare meno’ risulta di difficile applicazione”, si legge nel testo. In ogni caso, per Paganetti, gli obiettivi che bisognerebbe seguire sono quelli del “‘utilizzare ciò che abbiamo fino alla fine’, ‘consumare meglio’ e ‘dare una seconda vita a ciò che non usiamo più’”.

'Collaborare con l'Acsi’

Per riuscire ad andare in questa direzione Cadenazzo potrebbe appoggiarsi all'esperienza dell'Associazione consumatori della Svizzera italiana (Acsi) che da anni propone attività in tal senso. Il consigliere comunale fa gli esempi dei ‘caffè riparazione’ (servizio gratuito dove i cittadini possono portare i loro elettrodomestici, macchinari da giardino e così via, per verificare se buttarli o ripararli) e dei mercatini di ‘scambio dell'usato’ (dove le persone possono scambiare, portandoli o ritirandoli, prodotti ancora utilizzabili, ma non più usati dal suo proprietario). Paganetti nella mozione fa notare che “alcuni grandi Comuni come Lugano e Locarno si sono già mossi ma anche altri di dimensioni minori, come Faido e Tesserete, sono attivi in tal senso”. Chiede dunque al Municipio di pianificare, con il supporto dell’Acsi queste attività anche “sul nostro territorio”. Anche perché “i costi sono limitati ma l’impatto verso la popolazione e le abitudini di consumo, se visti a medio termine, potranno essere molto elevati”. 

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