Bellinzonese

‘Avete lo spirito per riuscire in una missione spaziale’

Parola dell'ex astronauta Claude Nicollier che si è complimentato con gli studenti della Scuola d'arti e mestieri che partecipano a un progetto spaziale

L'ex astronauta svizzero Claude Nicollier
(Keystone)
6 maggio 2021
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«Ho terminato i miei studi alla Scuola d’arti e mestieri di Bellinzona nel ‘73 e ora, a vedere ciò che questi studenti stanno realizzando, mi verrebbe voglia di tornare!», ha affermato Bruno Storni, ingegnere ed ex studente della Sam riguardo al progetto aerospaziale CanSat, organizzato dall’Agenzia spaziale europea, a cui stanno partecipando sei studenti della Scuola d’arti e mestieri (Sam) del Centro professionale tecnico (Cpt) di Bellinzona. Parole cariche di entusiasmo pronunciate ieri da Storni nell’ambito della conferenza pubblica trasmessa dai laboratori della Sam a cui era collegato online. Anche l’ex astronauta svizzero Claude Nicollier, pure in collegamento online, si è complimentato con i ragazzi. «Sono molto impressionato dal lavoro svolto da questi studenti, hanno molto talento, volontà e coraggio. Hanno lo spirito che ci vuole per riuscire in una missione spaziale, bravi»!. Nicollier ha poi evidenziato come nelle missioni spaziali sia importante lo spirito di squadra «perché nello spazio non si può lavorare da soli». Manolo Zanella direttore del Centro professionale tecnico (Cpt) ha dal canto suo evidenziato come il progetto abbia generato molto entusiasmo tra i partecipanti, docenti e studenti, che lo hanno portato avanti con determinazione.

La conferenza trasmessa ieri mattina è stata però soprattutto un’occasione per presentare il lavoro dei ragazzi partecipanti alla competizione internazionale CanSat. Ognuno di loro ha spiegato brevemente di cosa si è occupato nel progetto. Filippo Sala (19 anni, progettista meccanico) ha lavorato alla progettazione degli involucri del mini satellite; Ismael Ferracin (18 anni, elettronico) si è occupato della parte hardware del satellite; Tobia Rossi (18 anni, elettronico) ha invece parlato delle batterie contenute nel dispositivo. Mattia Bassi (18 anni, elettronico) ha spiegato di essersi occupato dello sviluppo del ‘cervello elettronico’ del satellite; Anteo Lafranchi (19 anni, operatore in automazione) del paracadute del dispositivo e Sara Allegri (18 anni, elettronica) della comunicazione, poiché gli studenti, oltre all’aspetto scientifico verranno valutati anche per l’aspetto divulgativo della missione.

I giovani sono accompagnati in questo progetto dal docente Rinaldo Geiler, che ieri mattina ha spiegato alcuni aspetti relativi alla gara. «Alla competizione partecipano 24 squadre, una per nazione, tra cui la Svizzera rappresentata dal team della Scuola d’arti e mestieri di Bellinzona». Il minisatellite realizzato dagli studenti, durante la fase di discesa dovrà svolgere due missioni. La prima è valida per tutti i team che partecipano e prevede la misurazione della pressione e la temperatura dell’aria con una frequenza di al minimo un hertz, quindi una volta al secondo. Ogni squadra sceglie una seconda missione: gli studenti di Bellinzona hanno deciso di caratterizzare ulteriormente il profilo verticale dell’atmosfera misurando anche l’umidità, la direzione e l’intensità del vento e raccogliendo dei campioni d'aria a diverse altitudini per analizzarne la composizione chimica. La finale della competizione si terrà a fine settembre. Tutti dovranno presentare il proprio progetto e a tutte le squadre verrà chiesto di eseguire una modifica specifica del proprio satellite. Ogni team avrà tempo una settimana per apportarla e fare una nuova presentazione.

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