Bellinzonese

Antenne, ‘modello a cascata’ in tutta la nuova Bellinzona

Restrizioni in vista: via libera del Consiglio comunale alla regolamentazione valida per l'intero comprensorio aggregato

Visibili e non, una grande differenza. Ma gli eventuali effetti sulla salute sono identici (Ti-Press)
8 marzo 2021
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Sarà presto esteso a tutto il territorio della nuova Bellinzona, dopo l'introduzione nel 2017 in quello della vecchia città, il cosiddetto ‘modello a cascata’ che pone dei limiti alle installazioni di antenne di telefonia mobile nell'ambito delle Norme di applicazione del Piano regolatore (Napr). Lo ha deciso questa sera (lunedì) il Consiglio comunale di Bellinzona accogliendo con 46 sì, 3 no e 3 astenuti il messaggio municipale; respinto per contro l’emendamento dei consiglieri Giulio Deraita e Luigi Calanca (Liberi) che proponeva ulteriori restrizioni.

Sulla base di otto diversi gradi di priorità, il ‘modello a cascata’ obbliga i gestori a limitare per quanto possibile i nuovi impianti nelle zone residenziali e con contenuti sensibili (in primis strutture per bambini e anziani oppure sanitarie); qualora intendano avvicinare le antenne a queste zone, dovranno dimostrare che non sono disponibili ubicazioni nelle zone con priorità più alta. L’obiettivo – rimarca il messaggio municipale – è quello di “garantire il loro adeguato inserimento nel contesto territoriale, in particolare a salvaguardia del patrimonio naturale, culturale e del paesaggio”. Dal canto suo l’emendamento chiedeva di eliminare il principio della percezione visiva, ritenendo che se un’antenna c’è ma non si vede, andrebbe considerata al pari di quelle visibili emettendo lo stesso tipo di segnale.

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