Bellinzonese

Cantina di Giubiasco, il neodirettore: ‘Un’azienda solida’

Valerio Cimiotti è convinto della sua scelta, visto che la Cagi è sana dal punto di vista finanziario malgrado le difficoltà riscontrate l’anno scorso

Valerio Cimiotti (a sinistra) e Amos Benelli (Ti-Press / Crinari)
4 marzo 2021
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La Cantina di Giubiasco (Cagi Sa) ha un nuovo direttore. Si tratta di Valerio Cimiotti che durante una conferenza stampa si è detto «onorato» di poter iniziare questa nuova sfida in «un'azienda solida» dal punto di vista finanziario, malgrado le difficoltà riscontrate durante questo periodo contraddistinto dalla pandemia. «Una persona che sa muoversi molto bene sul mercato», ha affermato da parte sua Amos Benelli, presidente del Consiglio di amministrazione (Cda), aggiungendo che «vi sono quindi tutti i presupposti per un'annata positiva».

A causa delle restrizioni per combattere il coronavirus, il 2020 è stato un anno difficile per moltissime aziende e quindi anche per la Cagi che ha ovviamente riscontrato un calo delle vendite di vino in particolare a seguito della chiusura del settore della ristorazione. Un anno difficile al quale si è poi aggiunta un'inaspettata tragedia, con la prematura scomparsa a metà maggio scorso dell'allora direttore dell'azienda ed enologo Sergio Scalmanini, ucciso a Giubiasco, che a sua volta nel 2015 era subentrato al compianto Adriano Petralli deceduto a causa di un improvviso malore. Un fatto avvenuto alcuni mesi prima della vendemmia che è stata diversa rispetto agli anni precedenti: ad esempio, i viticoltori hanno dovuto portare l'uva alla cantina su appuntamento per evitare assembramenti e, a causa delle riserve di vino, è stato possibile ritirarne solo 500 grammi per metro quadrato, invece che un chilo. «In pratica abbiamo ritirato la metà dell’uva rispetto all’anno precedente», ha sottolineato Amos Benelli, precisando che la vendemmia 2020 si è dunque svolta senza un direttore. Tuttavia, grazie all'impegno e alla dedizione dei collaboratori (che attualmente sono otto, compreso il neodirettore), l'anno «si è concluso tutto sommato bene, con un utile di esercizio: c’è stata una riduzione delle vendite, ma anche dei costi di produzione». Un calo dei costi dovuto in particolare al fatto che è stata ritirata meno uva e all'impiego ridotto del personale.

Una persona con esperienza commerciale

Per sottolineare questo ‘nuovo inizio’ dopo un 2020 tormentato, la Cagi lancerà sul mercato un vino rosato con la speranza che quest'anno l'azienda torni a vendere i sui prodotti come in passato. E in questo senso Cimiotti è sicuramente una persona di esperienza, visto che dal 1996 al 2008 ha lavorato all'azienda casearia Lati di Sant'Antonino – di proprietà, come la Cagi, della Federazione ticinese produttori di latte – come responsabile commerciale e in seguito alla Caffé Chicco d'Oro di Balerna come responsabile vendita. Anche quest'ultima è un'impresa molto solida e la decisione di cambiare, passando alla direzione della Cagi, non deve dunque essere stata facile. Tuttavia, Cimiotti è convinto della propria scelta anche perché l'azienda giubiaschese è sana dal punto di vista finanziario «grazie a lavoro svolto dai miei predecessori e dagli altri collaboratori che sono molto preparati e motivati». Un'azienda «importante per la regione e per i viticoltori» nella quale «metterò tutto il mio impegno, per far sì che tutto funzioni e affinché tutti ne possano beneficiare». Il nuovo direttore è quindi sicuramente persuaso del fatto che non dovrà affrontare problematiche come quelle emerse alla Lati che a inizio 2019 è quasi fallita.

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