Bellinzonese

Confermato a Torre il potenziale dei droni del catasto

Il Cantone segue con attenzione le ultime fasi del progetto pilota finalizzato al rilevamento dei dati della misurazione ufficiale tramite l'innovativa modalità

13 gennaio 2021
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Sopra la località bleniese di Torre proseguono i voli dei droni finalizzati al rilevamento dei dati della misurazione ufficiale del catasto. Si tratta del progetto pilota (una prima in Svizzera) avviato dal Dipartimento dell’economia e delle finanze (Dfe) nell’autunno del 2019, con l’obiettivo di sperimentare l’innovativa modalità. Nella frazione del Comune di Blenio – località scelta dal Dfe in quanto considerata ideale per le sue piccole dimensioni e per l’impellenza di aggiornare i dati delle proprietà fondiarie risalenti agli anni Settanta – il lockdown della scorsa primavera ha posticipato di qualche mese la conclusione delle misurazioni. Giacomo Sani, ingegnere geomatico dello studio Lehmann&Visconti di Malvaglia al quale l’Ufficio cantonale del catasto e dei riordini fondiari (Ucrf) ha affidato i rilievi, spiega alla ’Regione’ che il lavoro è stato completato nella misura del 70%. Sani può confermare i vantaggi dell’utilizzo dei droni, che a determinate condizioni, «permette di ottenere dati estremamente completi e di ottima precisione». Una modalità che consente di disporre di foto aeree scattate a una quota molto più bassa rispetto agli scatti convenzionali effettuati tramite l’uso di velivoli o satelliti, favorendo così una maggiore risoluzione delle immagini. La precisione dei droni è di due centimetri nella determinazione dei punti di confine, rispettando ampiamente le direttive federali che ne richiedono almeno 3,5. Grazie agli apparecchi volanti, la presenza fisica sul terreno si riduce notevolmente, anche se, spiega Sani, talvolta si rende ancora necessaria. Lo strumento testato a Torre si adatta molto bene a una superficie relativamente piccola come la maggior parte dei Comuni ticinesi e prevede costi inferiori rispetto ai metodi tradizionali. Due i droni utilizzati a Torre: uno di grandi dimensioni (circa un metro di larghezza) per il risalto generale e un secondo, di dimensioni più piccole, in grado di volare a bassissima quota e quindi molto efficace nella cattura del dettaglio. 

Le problematiche: meteo e privacy

Detto dei vantaggi, si confermano anche due problematiche: l’impossibilità a volare in caso di condizioni avverse (precipitazioni, luminosità) e la diffidenza di alcuni residenti verso gli apparecchi volanti. «Sono questioni che già avevamo preventivato − afferma Sani –. Per quanto riguarda la privacy, per la popolazione – nonostante sia stata tempestivamente informata – è sempre un aspetto delicato e talvolta criticato vedere un drone volare sopra la propria abitazione. Tuttavia non ci sono regole particolari da rispettare dal momento che i dati vengono utilizzati nell’ambito di una misurazione ufficiale. Se dovessimo in futuro pubblicare le foto dei rilievi, si dovrebbero ovviamente valutare misure di censura dei volti delle persone presenti nelle immagini». Quanto agli abusi edilizi, l’ingegnere non ritiene che l’utilizzo dei droni possa permettere di meglio identificarli, ritenendo che a tal proposito gli strumenti classici siano sufficienti. All’immagine dell’interesse per i droni di Torre, c’è la telefonata giunta allo studio Lehmann&Visconti da un Comune del Canton Berna: «Hanno notato quello che facciamo su una rivista scientifica. L’idea è quella di dare inizio a un progetto pilota anche Oltralpe». A Torre la raccolta dei dati della misurazione ufficiale sarà completata in ottobre. Sarà poi l’Ucrf a condurre una verifica tecnica sul lavoro effettuato nell'arco di due anni. La misurazione ufficiale verrà poi esposta pubblicamente ed approvata, considerando anche i possibili ricorsi, tra il 2022 e il 2023. Rimane, nei piani del Dfe, l’idea di estendere a tutto il Ticino l’innovativa modalità di rilievo tramite droni. Un’analisi dei risultati ed approfondimento in questo senso inizierà con la consegna dei dati di Torre.  

Verso l'estensione a tutto il Ticino

Tre, spiega il capo dell'Ufficio del catasto e dei riordini fondiari Claudio Frapolli, i criteri sui quali l'Ucrf focalizzerà la propria analisi volta a implementare la modalità di rilievo: precisione dei rilievi eseguiti (che come sembra saranno giudicate ampiamente nella norma), vantaggi economici rispetto a rilievi convenzionali svolti con metodo terrestre, satellitare o fotogrammetria aerea con velivoli convenzionali, e la percentuale dei punti di confine che è stato possibile rilevare con il solo utilizzo dei droni. «Conosciamo il potenziale di questo progetto e non ci aspettiamo grandi sorprese. Siamo fiduciosi di poter applicare questa procedura per la maggior parte delle zone edificate e agricole del Canton Ticino. In supporto ai droni, saranno comunque ancora necessari gli strumenti classici laddove c'è una problematica di visuale, pensando in particolare alle superfici boschive o dove i segni di confine non risultano visibili».

Da aggiornare il 30% della superficie

Se da una parte la misurazione ufficiale è quasi ultimata sul territorio cantonale (all'appello manca circa il 10%), vi è ancora un 30% del territorio cantonale dove le vecchie misurazioni ufficiali non raggiungono le precisioni richieste dalla Confederazione e devono pertanto essere rinnovate. Frapolli stima che ci vorranno ancora tra i 10 e i 15 anni per completare questa operazione dove i droni avranno sicuramente un ruolo molto importante. È possibile consultare i dati della misurazione ufficiale sul portale www.ti.ch/mu. 

 

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