Bellinzonese

Direttive case anziani: per l'Mps non rispettate a Bellinzona

Poche visite dal vivo e videochiamate solo su prenotazione: interpellanza al Consiglio di Stato per chiedere come mai il medico cantonale non intervenga

Ti-Press
17 settembre 2020
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Dopo i numerosi atti parlamentari sulla gestione della pandemia da parte delle Case anziani comunali di Bellinzona (e in particolare dell’istituto di Sementina che ha registrato 21 morti per coronavirus in poche settimane), l’Mps torna a puntare il dito contro i dirigenti e il Municipio. Questa volta il tema dell’interpellanza indirizzata al Consiglio di Stato riguarda la ripresa delle attività e delle visite. I deputati Matteo Pronzini, Simona Arigoni Zürcher e Angelica Lepori Sergi ritengono che le case anziani di Bellinzona non applichino correttamente le disposizioni del medico cantonale e chiedono dunque perché quest’ultimo non si sia attivato per sollecitare il rispetto delle direttive.

“Invece di potenziare il personale e introdurre delle modifiche organizzative e logistiche al fine di permettere, in sicurezza, agli ospiti di riprendere una vita normale, hanno pensato bene di scegliere la via più semplice e dunque di segregare nelle camere o nelle strutture i propri ospiti. Tutti elementi che contribuiscono anche ad una perdita della capacità cognitiva e motoria”, scrive l’Mps.

Solo 28 visite settimanali su 72 residenti

A far storcere il naso ai granconsiglieri sono le comunicazioni contenute in alcuni dei bollettini diramati dai vertici della struttura di Sementina. Se in quello del 3 giugno si annuncia l’apertura della struttura ai visitatori “su appuntamento 7 giorni su 7 dalle 13.30 alle 17.15”, una settimana più tardi la comunicazione è la seguente: “Ad oggi la Casa per anziani comunale di Bellinzona accoglie 72 residenti e l’applicazione della Direttiva dell’Ufficio del medico cantonale ci permette al momento di offrire solamente 28 visite settimanali complessive (4 visite al giorno)” nel locale visite, ciò che corrispondeva, si legge nell’interpellanza, a una visita ogni 17 giorni per ciascun anziano, della durata di 45 minuti. Dal 18 giorno, viene aggiunto nell'interpellanza, la postazione per le visite è stata raddoppiata permettendo così 56 visite a settimana (una visita 9 giorni per ogni residente, scrivono i deputati).

Videochiamate unicamente su prenotazione

A infastidire l’Mps è però in particolare il fatto che, come riferito dal bollettino del 26 agosto, il servizio di videochiamate (molto apprezzato quando le porte dell’istituto erano blindate per tutti i parenti) e le informazioni sullo stato psico-fisico degli anziani sono stati ridotti (e sono disponibili solo previa prenotazione da effettuare dal lunedì al venerdì tra le 14 e le 16). Nello stesso bollettino viene inoltre annunciato che dal 2 settembre all’interno della struttura riprenderà il servizio esterno di parrucchieri e che tornerà in maniera graduale anche quello di podologia fornito da Pro Senectute. Attività che, stando alle direttive cantonali, potevano riprendere fin da giugno. “Questi esempi, e ve ne sarebbero molti altri, non corrispondono ad una corretta applicazione delle disposizioni del medico cantonale”, scrivono i tre deputati giudicando la filosofia del medico cantonale “lassista e non interventista”. Perciò viene chiesto come mai non sia intervenuto in modo da far rispettare il diritto a contatti regolari tra anziani e parenti e la ripresa delle attività sociosanitarie e socializzanti in modo così da tutelare la salute fisica e mentale degli ospiti.

I bollettini allegati all'interpellanza riferiscono anche dei tamponi effettuati a residenti e personale (tutti negativi quelli citati). Personale che, ricordiamo, è obbligato a effettuare il test rientrando da ferie trascorse all'estero. E proprio su questo punto torna alla carica il gruppo Mps in Consiglio comunale inoltrando una mozione in cui si chiede che venga riconosciuta dalla Città la totalità del tempo di attesa per i risultati quale tempo di lavoro (e non solo 4 ore come avviene attualmente).

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