Bellinzonese

Amianto, operai delle Officine Ffs invitati a controlli

"Elevato" il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni dopo avere lavorato con vagoni prodotti prima del 1990. Per Suva ancora nessun decesso, Frizzo ne dubita

(Archivio TiPress)
20 settembre 2019
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Si torna a parlare di amianto. Sono infatti una quarantina i dipendenti delle Officine Ffs di Bellinzona invitati dalla Suva a uno speciale controllo medico, stando a quanto riporta la Rsi. L’esame intende monitorare il loro stato di salute dopo la possibile esposizione al pericoloso minerale nei decenni passati. Nel caso di alcuni di loro – spiega una lettera dell’assicurazione infortuni – il rischio di cancro al polmone è infatti “elevato”.

Il materiale rotabile prodotto prima del 1990 poteva contenere concentrazioni elevate di amianto: una ragione per la quale alle Officine di Bellinzona, nel 2012, erano stati interrotti i lavori di risanamento su 150 carrozze viaggiatori. In passato le Ffs avevano parlato di una quindicina di operai esposti, ma la lista attuale ne contiene una quarantina.

Sempre nel 2012 Suva aveva avviato una campagna di prevenzione sugli operai fra i 55 e 75 anni di età, definendo come “rischio grave” quello di chi abbia passato almeno 25 anni a ‘contatto’ con l’amianto. Il che – va precisato per evitare inutili allarmismi – non significa la semplice presenza di amianto nelle strutture di eternit, ma il fatto di sottoporlo attivamente a taglio e altre lavorazioni.

Secondo Suva, alle Officine non si registrano casi di morti a causa dell’esposizione all’amianto – che può provocare asbestosi, mesoteliomi e carcinomi –, ma ai microfoni di Rsi l’ex leader del movimento ‘Giù le mani dalle Officine’ Gianni Frizzo, in passato sottoposto a controlli, si dice scettico: “Dubito che non ci siano stati dei decessi”.

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