Bellinzonese

Ritrovi notturni in piazza, il Municipio apre al dialogo

Non si placa l’esasperazione di esercenti e abitanti in zona Collegiata per il rumore e i rifiuti generati dai giovani che si fermano a bere nei tavolini dei bar

La situazione del giorno dopo
24 agosto 2019
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Cambiare appartamento e città dopo una brutta esperienza causata dai rumori e ritrovarsi, durante la prima estate trascorsa nel nuovo alloggio affacciato su piazza Collegiata, a dover chiamare la Polizia comunale quasi ogni sera o notte. Succede a un residente di Bellinzona il quale, come altre persone che abitano in questa zona del centro, convive quotidianamente con i disturbi che recano gruppi di giovani che si fermano a bere su tavolini e sedie degli esercizi pubblici fuori dagli orari di apertura. Chi vive qui da anni conosce ormai bene il disturbo recato dal vociare e in alcuni casi anche dalla musica che si diffondono dalla piazza soprattutto nel weekend, ma d’estate tutte le sere della settimana. Già nel luglio del 2015 riferivamo di questi ritrovi che lasciavano dietro di sé molta sporcizia e anche alcuni danni esasperando gli esercenti del bar Peverelli e del bar Da Nino. Se nel frattempo non è ancora stato trovato un accordo tra esercenti e Municipio sulla possibilità di introdurre un apposito servizio di sorveglianza – i titolari dei bar non ritengono di dover pagare tale servizio mentre secondo la Città chi affitta lo spazio pubblico dovrebbe assumersi almeno una parte dei costi –, i residenti hanno iniziato a spazientirsi. Come conferma da noi contattato il comandante della PolCom Ivano Beltraminelli, ultimamente le segnalazioni si sono fatte più frequenti. E in effetti spesso le pattuglie di polizia si recano sul posto, come confermano anche i residenti, ma gli interventi non hanno mai portato fino ad oggi all’avvio di un procedimento per disturbo della quiete pubblica. Come sottolinea il comandante, per procedere in tal senso è necessario constatare la flagranza di reato. Ciò che è reso difficile dal fatto che quando arriva la vettura della PolCom i giovani abbassano il volume di musica e schiamazzi. Il venerdì e sabato sera a supporto della Comunale è attivo un servizio privato di sicurezza finanziato dal Comune e introdotto già qualche anno fa. Ma come fa notare Beltraminelli, devono sorvegliare tutto il centro storico e non possono rimanere in pianta stabile in piazza Collegiata. Peraltro tali agenti di sicurezza non possono intervenire chiedendo i documenti come nel caso dei poliziotti, ma solo invitare i presenti al contegno. Vi è poi il sospetto che molti avventori siano minorenni e consumino alcol in piazza. Cosa fa la polizia? «Anche in questo caso è difficile coglierli in flagrante». Insomma, se c’è una bottiglia d’alcol sul tavolo un minore non ammette che la stava bevendo proprio lui.

Un furgone itinerante

Chinatosi sul problema, il Municipio sta ora sondando la possibilità di intervenire in modo preventivo. Come spiega alla ‘Regione’ Andrea Bersani, capo Dicastero sicurezza, il suo e il Dicastero opere sociali sono in fase di consultazione per cercare di individuare delle strategie comuni. Stando a quanto emerso finora, aggiunge, vi è per esempio l’intenzione di usufruire di un’iniziativa presto in arrivo sul territorio della nuova Bellinzona, il social truck. Il furgone itinerante – con animatori socioculturali che intendono stimolare momenti di condivisione – potrebbe dunque essere utilizzato anche qui. «L’idea è di avviare un dialogo con questi giovani», motiva il vicesindaco Bersani. Dialogo che avrebbe lo scopo di far capire loro quali sono i limiti da non superare. «Ma se ciò non dovesse funzionare, si passerà alla fase repressiva. Per riuscirci sarà comunque necessaria la collaborazione di tutti: dicasteri, polizia, giovani ed esercizi pubblici», sottolinea.

‘Stabilire delle regole’

«Non mi sarei mai immaginato di dover far fronte a un problema simile. Ci sono volte in cui ho dovuto chiamare la polizia alle 2.30 del mattino». Tornando alla testimonianza raccolta dalla ‘Regione’, secondo il nostro lettore per limitare l’utilizzo notturno di sedie e tavoli potrebbe essere utile circoscrivere il perimetro, ad esempio con una catena. «Significherebbe istituire una regola, chiara e ben visibile. In questo modo si potrebbe identificare con chiarezza chi la infrange e, eventualmente, sanzionare l’infrazione». Ma come il Municipio anche il nostro interlocutore crede nel potenziale di un dialogo con i frequentatori della piazza, in modo da far capire loro le regole da rispettare. E conclude: «Tengo però a sottolineare che non tutti i giovani sono maleducati. Anzi, sono sicuro che questi rappresentano solo una fascia molto limitata e molti loro coetanei che trascorrono le serate altrove in modo più costruttivo disapprovano tali comportamenti». 

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