Bellinzonese

Grafite, si allontana la causa contro Imerys

All'associazione Bodio Pulita manca il sostegno economico dei residenti per portare in sede giudiziaria l'azienda che produce grafite

L’appiccicosa polvere nera è una problematica con cui gli abitanti di Bodio convivono da decenni (Ti-Press)
15 giugno 2019
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«Non ci arrendiamo in maniera definitiva, ma siamo demoralizzati. E fintanto che non avremo i soldi non potremo fare niente». C’è delusione nelle parole di Paolo Guzzi, rammaricato per lo scarso sostegno giunto all’Associazione Bodio Pulita – di cui è presidente insieme a Paolo Martini – dopo l’intenzione annunciata negli scorsi mesi di adire le vie legali contro la multinazionale che da decenni è responsabile della ricaduta di polveri di grafite sull’abitato. Un supporto non pervenuto sin dall’annuncio dell’intento di fare causa all’azienda (cfr. edizione del 19 febbraio). E dall’assemblea del 2 maggio, indetta proprio con l’obiettivo di chiamare a raccolta i soci e chiedere loro un sostegno finanziario, è emersa una conferma della situazione di stallo, in cui nessuno sembra disposto a contribuire alla raccolta fondi per racimolare la somma necessaria – stimata dall’Associazione in 100mila franchi qualora si dovesse ricorrere fino al Tribunale federale – per avviare una causa volta a ottenere un risarcimento per i danni arrecati alle abitazioni dalla polvere. Dei soldi necessari l’Associazione sostiene di averne in possesso solo la metà. «Erano pochi i soci presenti all’assemblea – afferma Guzzi –. E nessuno si è detto disposto a spendere per questa causa. Inoltre, non abbiamo ricevuto alcun sostegno da parte di persone esterne all’Associazione, nonostante i tanti residenti scontenti che sono confrontati con la stessa problematica per cui noi ci battiamo da anni. Forse alla popolazione va bene che la grafite (un materiale molto invasivo e appiccicoso, ndr) continui a danneggiare le abitazioni».

Dal momento che l’azione legale congiunta non sembra per il momento avere un futuro, Bodio Pulita intende ora tornare alla carica con gli impianti di nebulizzazione della Imerys, pensati per abbattere le polveri che, tuttavia, in parte continuano a riversarsi sulle abitazioni. «Alcune aziende (di cui Guzzi non ha voluto fare il nome, ndr) ci hanno detto di avere in serbo un metodo che potrebbe abbattere le polveri in maniera più efficace. L’idea è ora quella di proporre alla Imerys di fare alcune prove». Va ricordato che l’azienda, leader mondiale nella fornitura di prodotti ad alto contenuto tecnologico e a elevate prestazioni a base di grafite e carbonio, ha sempre rispettato i limiti di legge delle emissioni, investendo 15 milioni in 10 anni per modernizzare gli impianti di nebulizzazione. Il direttore Edo Rossetti (cfr. edizione del 1° marzo) ha ribadito l’impossibilità di eliminare completamente con soluzioni semplicistiche la ricaduta dei residui di lavorazione, promettendo però un impegno per provare a migliorare ulteriormente l’impianto.

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