Bellinzonese

Acqua aggressiva a Sant’Antonino, basta corrosioni

Allo studio una soluzione all’annoso problema all'origine di diverse rotture e perdite. Sapore e Ph potrebbero cambiare col nuovo impianto

15 aprile 2019
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«Sono stufo! Da anni questa situazione va avanti senza che l’autorità comunale di Sant’Antonino, cui ho scritto due volte, faccia nulla per risolverla alla fonte. Ho subìto danni per decine di migliaia di franchi, solo in parte coperti dall’assicurazione e talvolta solo dopo aver interposto ricorsi. Non è infatti accettabile che attraverso la propria azienda distribuisca acqua potabile talmente aggressiva da corrodere regolarmente tubature e strutture annesse. Desidero avere una risposta concreta». Lo sfogo raccolto dalla ‘Regione’ è di un proprietario di due edifici nei quali durante l’ultimo decennio vi sono state diverse rotture e perdite a causa di ruggine ed erosioni. «È vero – aggiunge – che rilasciando la licenza edilizia il Comune evidenzia la presenza di acqua molto aggressiva, ma dovrebbe anche avere l’accortezza di esporre nel dettaglio le possibili soluzioni che il committente può implementare per evitare grane. E comunque, è a monte che occorre intervenire». Il problema è emerso anche in un grande edificio logistico sorto nella zona commerciale-artigianale: due anni dopo l’inaugurazione avvenuta nel 2014 sono saltati parecchi ‘gomiti’ realizzati in ottone anziché in acciaio inox (più caro) come invece consigliava il progettista del sistema idraulico. Conseguenza: perdite d’acqua, infiltrazioni, lavori di risanamento e via discorrendo.

Occhio alla messa a terra

Il Municipio ha nel frattempo incaricato l’Ufficio tecnico comunale di studiare una soluzione. Interpellato dalla redazione, il capo Utc Daniele Palà spiega che è attualmente al vaglio l’implementazione di apparecchiature per l’aggiunta e la gestione di soda caustica nelle stazioni di pompaggio dell’acqua di falda. La decisione compete all’Esecutivo; investimento previsto, alcune decine di migliaia di franchi. Si tratta della stessa soluzione adottata con successo dal confinante Cadenazzo. Tutte le località che si affacciano sul Piano di Magadino sono infatti confrontate col medesimo problema: l’acqua di falda è qualitativamente ottima ma filtrando attraverso strati di torba si arricchisce di anidride carbonica libera acquisendo così maggiore acidità (pH 6,2-6,3 a Sant’Antonino) e di conseguenza più potere corrosivo rispetto all’acqua di buona parte del Sottoceneri e dell’Altipiano che filtrando attraverso strati di roccia calcarea acquisisce un accresciuto potenziale ostruttivo (non corrosivo) delle tubature. Da 30 anni – rammenta il capotecnico Palà – a Sant’Antonino le licenze edilizie vengono accompagnate da una nota relativa all’acidità e aggressività dell’acqua. Scopo: indurre committenti, progettisti e fornitori di impianti sanitari a prendere le dovute misure optando per tubazioni e componenti adatte (quelle interne in inox e quelle di allacciamento in polietilene). Altri materiali meno costosi (acciaio smaltato o zincato, ghisa e ottone) tendono invece a non sopportare l’acqua aggressiva. Metà del problema, aggiunge Palà, fino a non molti anni fa era peraltro costituita dalla vecchia modalità di messa a terra degli edifici, la quale a contatto con le condotte generava corrente parassitaria vagante in grado di perforare i tubi; un metodo poi sostituito da nuove modalità che tuttavia vengono ancora oggi talvolta applicate erroneamente. L’introduzione del sistema con soda caustica, conclude Palà, se accolta dal Municipio sarà preceduta da un incontro informativo per la popolazione e per una delle maggiori aziende alimentari del Ticino presente in paese, la Jowa che produce pane e prodotti affini per Migros. L’aumento di pH dell’acqua potrebbe infatti comportare dosaggi diversi di lievito.

Quanto alla Città di Bellinzona, il direttore dell’Azienda multiservizi Mauro Suà spiega che l’acqua pompata dai nuovi pozzi di Gnosca non è aggressiva a tal punto da richiedere l’aggiunta di soda caustica: «Da anni abbiamo avviato il rinnovo completo delle tubature pubbliche con l’uso di ghisa rivestita, mentre per gli allacciamenti alle abitazioni si usa il polietilene. La raccomandazione ai privati è di preferire componenti interne in inox e di procedere con la corretta modalità di messa a terra».

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