Bellinzonese

Palazzina del degrado, da oggi non si può più abitare

In via Maderno 3 previsto un sopralluogo della Polizia comunale. Tre inquilini su quattro (tra cui una famiglia con minore) hanno trovato un'alternativa

12 aprile 2019
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Si dovrebbe chiudere oggi un triste capitolo per lo stabile in via Maderno 3 a Bellinzona, una palazzina privata al centro lo scorso mese di febbraio della decisione del Municipio di dichiararne l’inabitabilità a partire dal 12 aprile. Un nostro sopralluogo sul posto un paio di mesi fa – quando gli appartamenti erano dunque in parte ancora abitati – aveva rivelato un livello di degrado inimmaginabile, con spazzatura e sporcizia (tra cui topi, siringhe e materassi ammassati) sparsi ovunque; gli inquilini erano inoltre esasperati, oltre che per il degrado, anche per il fatto che negli ultimi giorni erano rimasti al freddo, senza riscaldamento. Una situazione particolarmente complessa che la Città ha affrontato con la collaborazione di più dicasteri, e in particolare Territorio e mobilità, Servizi sociali e Sicurezza (attraverso la Polizia comunale). Il settore Socialità si è occupato di prendere contatto con i quattro, fra persone e famiglie, locatari presenti nello stabile per supportarli nel trovare una soluzione abitativa alternativa entro il termine in cui dovevano lasciare l’appartamento, come spiega da noi contattato il capodicastero Giorgio Soldini. La direttrice del settore Socialità Corinna Galli, che ha coordinato l’intervento del suo settore sul caso, spiega che i primi contatti sono risultati essere difficoltosi, non riuscendo a comunicare direttamente con tutti gli interessati tramite telefono o via posta elettronica. «È stata dunque recapitata loro una lettera raccomandata nella quale abbiamo reiterato la disponibilità del nostro servizio a supportarli nella ricerca di un nuovo domicilio», sottolinea Galli. È stato per esempio spiegato come risolvere uno scoglio che potrebbe sembrare insormontabile da parte di chi vive una situazione economica disagiata, ovvero il versamento della caparra per poter firmare un nuovo contratto di locazione (è possibile facendo capo a Swisscaution o eventualmente tramite un prestito). La Città non era invece disponibile a fare da garante per il nuovo affitto o per coprire le spese di trasloco.

In un caso, senza un’alternativa sarebbe dovuta intervenire l’Arp

In primis, continua la direttrice Galli, il servizio si è prodigato per aiutare una famiglia con minore residente in questo palazzo. Se non avessero trovato una soluzione abitativa, avrebbe potuto rendersi necessario l’intervento dell’Autorità di protezione (Arp) per l’adozione di misure urgenti a tutela del minore. Fortunatamente è stata nel frattempo trovata un’alternativa grazie al trasferimento in un altro luogo. Stessa sorte in altri due casi, mentre un solo inquilino non avrebbe ancora un luogo dove andare. «Gli abbiamo pertanto fornito una lista di strutture a cui rivolgersi nell’ipotesi in cui si trovasse in difficoltà nel sapere dove trascorrere la notte». «In generale – conclude Galli – è stato un intervento laborioso durante il quale ci siamo prodigati anche più del dovuto, ad esempio aiutando pure chi non era domiciliato, in considerazione dell’eccezionalità della situazione».

Per verificare che effettivamente tutti gli appartamenti siano stati lasciati liberi, oggi la Polizia comunale effettuerà un sopralluogo. Lo spiega alla ‘Regione’ il comandante Ivano Beltraminelli, aggiungendo che una perlustrazione effettuata settimana scorsa aveva in effetti ancora rivelato la presenza di inquilini.

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