Bellinzonese

L'ex Petrolchimica di Preonzo diventerà terreno agricolo

Avviato l'iter per pianificare la trasformazione. Il terreno di 25'000 metri e un altro di 20'000 segnalati all'Unione contadini per compensare Castione

L'ex Petrolchimica di Preonzo (Ti-Press)
5 febbraio 2019
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Giunge la Città di Bellinzona in aiuto alle Ffs nella ricerca di terreni per il compenso agricolo reale dei 78mila metri quadrati di Castione destinati ad accogliere la nuova officina di manutenzione dei treni. In una lettera inviata recentemente all’Unione contadini il Municipio ha infatti sottoposto un’ipotesi di lavoro relativa ad alcune parcelle situate ai piedi della frana del Valegiòn di Preonzo (ex Comune divenuto quartiere della capitale dopo l'aggregazione) e ancora inserite in zona industriale. Quelle situate più a nord misurano circa 20’000 metri quadrati: a suo tempo ospitavano due ditte (la Genazzi & Artioli e il garage Della Cassina) nel frattempo delocalizzate a causa del Valegiòn; più a sud vi sono i 25’000 metri quadrati nei quali a suo tempo era attiva la raffineria Petrolchimica che da diversi anni versa in stato di totale abbandono.

Nel primo caso le ditte partite hanno ricevuto contributi di delocalizzazione serviti anche a riconvertire i rispettivi mappali da artigianali in agricoli con la demolizione dei manufatti. Nel secondo caso il Cantone, il Municipio e il Patriziato di Preonzo hanno avviato l’iter volto al risanamento ambientale. Il sindaco Mario Branda e il municipale Simone Gianini (a capo del Dicastero territorio e mobilità) spiegano alla ‘Regione’ che per l’ex Petrolchimica si mira anzitutto a smantellare le infrastrutture superficiali; le analisi dovranno poi dire quanto il terreno sia inquinato o contaminato, e quali azioni di risanamento o bonifica siano necessarie per renderlo a tutti gli effetti agricolo.

Branda e Gianini specificano che in tutto questo non rientra il mappale su cui opera la ditta Ecotechnology, fabbrica rimasta attiva con successo anche dopo la frana. Sindaco e municipale specificano inoltre che la Città per questi 45’000 metri non intende cercare compensi di zone industriali all’interno del nuovo Comune. Quello di Bellinzona – riassumono entrambi – vuol essere un contributo concreto al settore agricolo e di non concorrenza ad altre zone industriali; non da ultimo Bellinzona vede di buon occhio il richiesto rilancio della zona industriale della Bassa Leventina, premesso che in centro città al posto delle Officine Ffs sono previste su metà del sedime nuove attività di tipo innovativo e tecnologico e non più industriale.

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