Bellinzonese

Pizzicato dal radar, non ottiene il permesso C

La vicenda di un giovane italiano residente in Ticino che mirava a ottenere il domicilio: lavorare ed essere bene integrato in questi casi non conta

16 ottobre 2018
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Basta una distrazione alla guida per incappare in pesanti ripercussioni. Ne sa qualcosa un 31enne italiano residente a Bellinzona dal 2014 (in Svizzera dal 2013) al quale l’Ufficio della migrazione ha recentemente negato il rilascio di un permesso di domicilio (di tipo C in sostituzione all’attuale B di dimora) a causa di un radar preso due anni prima sulla strada che porta verso lo svincolo di Lugano Sud e i centri commerciali di Grancia, a ridosso dell’autostrada. Novanta chilometri orari su un limite di sessanta. Ergo: grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale (Lcstr) con conseguente sentenza del Ministero pubblico che a gennaio 2017 lo aveva condannato a una pena di 30 aliquote giornaliere (100 franchi cadauna) sospesa condizionalmente per tre anni, cui si erano aggiunti il ritiro della patente per tre mesi sancito dalla Sezione della circolazione e una multa di 1’100 franchi.

Rivoltosi alla ‘Regione’, l’uomo ha raccontato la vicenda con rammarico, per essersi visto negare quello che non avrebbe rappresentato «un semplice documento rinnovato», ma «un simbolo di crescita personale e professionale», oltre che motivo di «soddisfazione dopo tanto lavoro svolto». Invece, ci ha rivelato, «mi sento un criminale nonostante ritenga di essere bene integrato nella realtà locale. Inoltre non ho altri precedenti penali e ho sempre intrapreso un’attività lavorativa in Svizzera senza mai ricorrere all’assistenza o alla disoccupazione».

‘Ma il rifiuto è secondo prassi’

Il permesso C è di durata indeterminata e il titolare è assimilato a un cittadino svizzero a eccezione del diritto di voto e di eleggibilità, nonché dell’assolvimento del servizio militare. «Dispiacere e incredulità» accompagnano il 31enne da quando il 25 settembre scorso l’Ufficio della migrazione (l’autorità competente per il rilascio dei permessi per stranieri) ha valutato con esito negativo la sua domanda. Come confermato alla ‘Regione’ dai vertici dell’ufficio, il rilascio di permessi B e C segue una prassi consolidata. Qualora il casellario giudiziale del richiedente presenti anche solo un’infrazione grave alla Legge sulla circolazione – ci viene spiegato –, la domanda per un permesso di domicilio viene sempre rifiutata, almeno fino al termine del periodo di prova sancito dalla sentenza.

Questo – assicura l’Ufficio della migrazione – avviene dopo un’attenta valutazione di tutte le informazioni fornite dalle varie autorità (reati, regolarità di soggiorno, situazione finanziaria e familiare). Un automatismo – annota comunque l’Ufficio – che, in sede di esame per il permesso C, non riguarda però tutti i reati, che vengono considerati in base a entità e tempistica.

Potrà inoltrare una seconda richiesta dopo la condizionale

Se una richiesta viene rifiutata, è possibile ricorrere in prima istanza al Consiglio di Stato, poi al Tribunale cantonale amministrativo e infine a quello federale. Soldi per il ricorso l’uomo rivoltosi alla nostra redazione non ne ha. E dovrà attendere ancora un anno e mezzo (fino al termine della condizionale) per poter inoltrare una seconda domanda. Il tutto per un’infrazione rilevata in una zona dove il limite di velocità (60 km/h) può oggettivamente risultare ingannevole, data la vicinanza con l’imbocco autostradale (il 13.10.2016 la ‘Regione’ riportava un tasso del 22% di infrazioni sul totale dei passaggi rivelati dall’apparecchio radar). Impiegato in qualità di autista in un’azienda di servizi pubblici, l’uomo ha ‘scontato’ il periodo senza patente tramite un congedo non retribuito; ha potuto mantenere il lavoro grazie alla buona volontà dei superiori.

Più volte negli ultimi anni l’opinione pubblica ha fatto emergere il sentore che gli automobilisti incappati in una negligenza come quella descritta – un’infrazione grave ma non frutto di un’attitudine criminale – abbiano ripercussioni eccessive. Aspetto al quale l’allentamento di ‘Via Sicura’ – al vaglio delle autorità federali – dovrebbe porre un freno, fornendo ai giudici più margine di apprezzamento nel determinare la gravità dei reati, in particolare nei casi di eccesso di velocità scaturiti da negligenza.

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