Bellinzonese

La Milizia storica coinvolta nel referendum sulle armi

Leontica: il presidente Denys Gianora uomo immagine dell'azione politica lanciata venerdì dalla Comunità d'interessi del tiro svizzero

7 ottobre 2018
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La Comunità d'interessi del tiro svizzero (Cit) ha lanciato venerdì a Berna un referendum contro il recepimento della Direttiva dell'Unione europea (Ue) sulle armi. La Cit considera la nuova norma approvata dalle Camere federali “ingiusta, liberticida, inutile, pericolosa e antisvizzera” non da ultimo perché “non offrirebbe il benché minimo vantaggio in termini di sicurezza, ma in compenso comporterebbe la fine del tiro come sport di massa e degraderebbe a semplice privilegio il nostro diritto al possesso di armi”. I fucili d'assalto elvetici “verrebbero proibiti e i proprietari di armi considerati a livello nazionale una categoria di cui lo Stato deve diffidare. Ciò è assolutamente inaccettabile, esattamente come lo è l’introduzione di nuove norme, quali per esempio la registrazione a posteriori, già bocciata esplicitamente in votazione popolare”.

La Cit oltre che attraverso una conferenza stampa convocata tre giorni fa nella capitale, espone le proprie ragioni sul sito www.eu-diktat-nein.ch/it/ nella cui copertina scorrono le immagini di vari appassionati di armi: dalla casalinga Lynn (madre e tiratrice) a Christine Burkhalter (campionessa mondiale di tiro dinamico), da Werner Salzmann (consigliere nazionale Udc e presidente dell'Associazione sportiva di tiro del Canton Berna) a Peter Kammermann (titolare di un'armeria con realizzazione di calci su misura). Non poteva mancare un volto ticinese, che è quello di Denys Gianora, presidente della Milizia storica di Leontica e professionalmente attivo come vicedirettore amministrativo del Centro scolastico per le industrie artistiche (Csia) di Lugano. Mano destra alzata indicante 'Alt!', sguardo fiero, indossa l'abito napoleonico e sostiene un moschetto ottocentesco. In Val di Blenio la voce si è diffusa facendo storcere il naso a chi non vorrebbe mai vedere la Milizia – o quantomeno la sua immagine – usata o sfruttata per fini politici. 

I ticinesi nel comitato referendario

D'altronde ticinese è il presidente della Cit medesima, Luca Filippini, secondo cui “il popolo ha il diritto di decidere se voglia lasciarsi imporre leggi che vengono promulgate solo per pressione dall'estero”. La Cit rappresenta 14 differenti associazioni e “con quasi 200'000 soci siamo in grado di raccogliere le 50'000 firme necessarie. Siamo preparati e gli argomenti sono a nostro favore”. Fra gli altri, fanno parte del comitato referendario i consiglieri nazionali leghisti Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, l'ex granconsigliera socialista Iris Canonica e il medico luganese Pio Fontana. Quest'ultimo in un'intervista rilasciata nel 2012 al portale 'TicinoLive' – che lo presentava come appassionato di questioni internazionali e di strategia militare – aveva detto: “Ci si salva solo se armati e in grado di difendersi. Fondamentale per noi è anche il diritto all’autodifesa del cittadino in caso di aggressione ingiusta”. Quanto al gruppo LibertàeValori.ch da lui presieduto aggiungeva: “Le donne possono essere ottime tiratrici e, in caso di conflitto, strenue combattenti a difesa della Patria e della libertà”.

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