Bellinzonese

A2-A13, Unione contadini contraria a 'questo' semisvincolo

L'opera prevista a S. Antonino rischia di cancellare un'azienda agricola: l'Uct propone cinque alternative. E chiede il riutilizzo del materiale di scavo

31 luglio 2018
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Bene ma non benissimo. Se da una parte l’Unione contadini ticinesi (Uct) nelle proprie osservazioni sulla ‘bozza verde’ del collegamento veloce A2-A13 – posta in consultazione recentemente dal Dipartimento del territorio – parla di “eccellente lavoro per minimizzare la perdita complessiva di terreni agricoli” e loda i progettisti “che hanno cercato di considerare le problematiche agricole”, dall’altra non mancano critiche e suggerimenti. A cominciare dall’azienda Agri Bi&Be Sagl di Sant’Antonino la cui attività è messa in pericolo dalla realizzazione del semisvincolo che convoglierebbe il traffico verso la vicina zona commerciale e produttiva. Semisvincolo che oggi rappresenta una novità rispetto alla versione precedente del progetto, la quale lo collocava più a ovest, all’altezza del garage Nessi. Una sorpresa, ricordiamo, che oltre alla reazione dei titolari dell’azienda agricola Andrea Bizzozero e Alessio Benzoni ha raccolto varie critiche durante la serata pubblica dell’11 giugno e il siluramento da parte del locale Municipio, espressosi negativamente nell’ambito della consultazione mostrando timori anche per due strutture confinanti, ossia il nuovo ecocentro e il rinnovato centro sportivo. Cinque le alternative che l’Uct, presieduta da Robert Aerni, sottopone dunque al Cantone. Ritenendo il semisvincolo “non così necessario per favorire l’accesso ai centri commerciali”, e contestando il volume di traffico ipotizzato dai progettisti, viene proposto di continuare la galleria in montagna, per chi viene da Locarno, fino al portale AlpTransit di Camorino; seconda alternativa, spostare semisvincolo e portale della galleria il più possibile verso la strada cantonale e il garage Nessi; terza ipotesi, coprire il semisvincolo come si prevede di fare per il tratto di A2 ad Airolo e nel Vedeggio (le nuove norme autostradali, è stato tuttavia spiegato l’11 giugno, vietano la copertura degli svincoli); quarta idea, interrare a Sant’Antonino il tratto fra il portale est della galleria montana e il portale ovest della prevista galleria artificiale proveniente da Camorino; infine, abolire la galleria artificiale e potenziare sia l’attuale ‘tirata’, sia le uscite per i centri commerciali, fino all’entrata in galleria all’altezza del garage Nessi. Pure a rischio, rammenta l’Uct, è l’edificio rurale e polifunzionale d’interesse storico prospiciente l’aeroporto di Magadino: verrebbe raso al suolo per far spazio al nuovo tracciato fra la rotonda dell’aeroporto e Quartino, situato a est dell’attuale, che secondo l’Uct va invece risanato e adeguato evitando così anche l’occupazione di altro terreno agricolo.

Materiale di scavo: 'Non nel lago'

Galleria fa rima con deponia. Dove finirà dunque il materiale di scavo del tunnel di 6,5 km previsto fra Quartino e Sant’Antonino? In gran parte nel Verbano per consolidare fondali e ricreare zone naturalistiche. Un altro uso ritenuto interessante dall’Uct, “potrebbe essere quello di rialzare i terreni agricoli nella zona bassa del Piano di Magadino, nel comprensorio delle bolle”, così da separare in maniera netta la parte naturalistica protetta da quella produttiva. “Ciò permetterebbe di salvaguardare meglio le bolle e la biodiversità del comparto, dando una maggiore struttura anche alla zona agricola”. Qualcosa del genere, rammenta l’Uct, era già stato fatto con esiti molto positivi con la bonifica al Carcale, utilizzando il materiale derivante dalla costruzione della galleria Mappo-Morettina: “Oggi possiamo affermare che l’operazione è stata un successo e l’agricoltura ne ha tratto grandi benefici”. Quanto al fatto di trovarsi all’interno del Parco del Piano di Magadino, deroghe per apporto di materiale al fine di migliorare la configurazione del comparto “non possono che essere un beneficio per tutti”.

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